Teatro/Torino
3:30 pm, 4 Marzo 15 calendario

Caterina Vertova: “Dò voce alle donne”

Di: Redazione Metronews
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TORINO. Cinque storie di donne che prendono vita attraverso il racconto su un palco di 20 metri per 20 completamente vuoto. A dar voce a Maryon, una madre marocchina che ha perso la figlia uccisa su un barcone dalla mafia libica, alla giornalista Anna  Politkovskaja, a una donna del deserto vicino a Bagdad, a Helen nata durante l’Olocausto in Palestina e costretta a convertirsi per non spaventare i suoi figli e, infine, a una visione scritta in versi che racconta di una donna accoltellata da sua marito, ‘’è Caterina Vertova, in scena con “Malafemmina. Storia di donne” sul palco dell’Astra dal 6 all’8 marzo.
Perché questo titolo “Malafemmina”?
Ovviamente è usato in senso sarcastico. La Malafemmina di cui parlo io è quella che vive in una condizione di donna privata di qualsiasi diritto umano.
Iraq, Afghanist, Medio Oriente, Europa: come ci si avvicina a queste donne di culture così diverse dalla nostra?
Sono tutte donne vere, storie vere riportate da inviati speciali in zone di guerra. Quello che le accomuna è la condizione di diritti umani violati che esiste sempre ma si acuisce ancora di più in quelle zone e in quei momenti.
Impegnativo interpretare, da sola sul palco, cinque donne…
Sono disposta a giocarmela, perché certe cose quando sono così grandi non possono esser nascoste dietro optional. Non servono scene truculente, basta uno spazio in cui poter dar vita a un’emozione e trasmetterla al pubblico in sala. Il teatro fatto come business mi annoia. Una persona che va a teatro, si siede e paga per sentire una necessità amotiva e non va tradito. Il mio obiettivo è fare teatro attraverso la poesia mantenendo anche una certa leggerezza.
Qual è la donna fra queste cinque che sente più vicina a sé?
Le amo tutte e tutte mi stanno dando tantissimo. In ciascuna di loro si ritrovano archetipi classici, da Fedra a Medea, riconoscibili anche nel nostro mondo contemporaneo. Ma il mio intento non è fare una denuncia tout court ma arrivarci attraverso l’emozione.
PATRIZIA PERTUSO

4 Marzo 2015
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