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8:37 pm, 25 Febbraio 15 calendario

Ri-valutare i docenti Il merito viene dopo

Di: Redazione Metronews
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Il contratto del comparto scuola è bloccato da 6 anni. Gli scatti di anzianità sono scomparsi. Adesso è di moda il merito.Una volta, quando il pane era pane e il vino vino, il merito si chiamava cottimo o, in qualche buona pratica, “premio di produzione”.
Il lavoro del docente – se ben eseguito – genera una qualità dell’apprendere che si può verificare soltanto a distanza di molti anni, osservando ciò che ha prodotto nella vita di un ex studente.
Voler attribuire un merito alla docenza soltanto su una maggiore quantità di ore spese nella Scuola non ha alcun senso, sia perché lavorare gratis non è contemplato nella nostra Costituzione, sia perché la professionalità docente non si valuta tramite quantità.
Non servono il mentor (latino o inglese?) e il “quadro intermedio”, serve invece il riconoscimento dell’anzianità di servizio perché l’esperienza è fondamentale nell’insegnamento come in altre professioni in cui l’aggiornamento è continuo.
Non sono necessarie altre “agenzie formative” e lotte e sgomitate fra colleghi, c’è bisogno di una selezione seria e sul campo, Ispettori nelle classi mentre c’è lezione.
Occorre ripensare una progressione di carriera per i docenti, sia pure per valutazione. Occorrono scatti di merito legati alla formazione già effettuata, ai titoli, alle pubblicazioni, alla metodologia acquisita. Soprattutto, ci vuole la verifica dell’essenza di ogni vero insegnante: la capacità di insegnare. O si ascoltano i diretti interessati o la paventata “riforma” per la “Buona Scuola” sarà soltanto fumo negli occhi per nascondere una triste verità: evitare di saldare i debiti che lo Stato ha accumulato in anni e anni di ritardo e di errata considerazione della professionalità docente. Agli insegnanti italiani serve il riconoscimento della carriera perché è l’unica categoria che non ha un vero e proprio profilo professionale né una progressione; si inizia da docenti e lì si resta attualmente, anche dopo 40 anni di lavoro, con lo stesso stipendio inadeguato a un ruolo di vitale importanza sociale. Ai lavoratori docenti italiani serve il rinnovo del contratto, il riconoscimento e la retribuzione degli scatti di anzianità maturati, una definizione esatta del profilo e delle relative progressioni di carriera. Poi si discuterà di merito su ciò che fa di un docente un professionista della Scuola.
C’è da chiedersi perché Renzi, prima di parlare al suo evento sulla scuola, non abbia consultato qualcuno di noi.
ALGA FRATINI
Insegnante

25 Febbraio 2015
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