Le leggi del desiderio secondo Muccino jr

ROMA Che il desiderio muove il mondo si sa. Che smettere di desiderare è smettere di vivere anche. Ma questo è anche il punto di partenza dell’ultimo film di Muccino junior, Silvio, e lo è già dal titolo “Le leggi del desiderio”. Ma, almeno, è nuovo il life coach protagonista del film. Almeno nel cinema italiano: «È il figlio fortunato della crisi perché in un momento in cui tutti hanno fragilità e bisogno di fiducia lui si propone come quello che ha le risposte».
Così Muccino in versione life coach nel film che interpreta (al fianco di Nicole Grimaudo, Carla Signoris, Luca Ward e Maurizio Mattioli) e dirige – dal 26 febbraio nei cinema – racconta cosa è il desiderio: «Non ho inventato nulla – dice – semplicemente mi hanno fatto scoprire la figura del life coach, che ti insegna a trovare te stesso ed essere felice. Un tempo li chiamavano sciamani ed era urgente per me oggi parlare del fatto che non possiamo essere Batman ma ognuno di noi può essere un supereroe anche solo per un giorno. Per questo rivendico anche l’happy end del film… Del resto mi sento davvero l’ultimo romantico». 
Qual è il primo desiderio di Muccino oggi? 
Tornare al cinema con la passione che ho avuto dal primo film. 
Stessa passione ma svolta a 360 gradi… 
Dopo “Un altro mondo” sentivo il bisogno di rimettermi in gioco. E non sempre si ha una storia in tasca, a volte bisogna aspettare. 
Anche il mestiere di attore può attendere per Muccino? 
Sì, scelgo cosa fare.È il mio lusso. Solo dei ruoli interessanti e ultimamente non ne sono arrivati, mentre la regia è entusiasmante non solo perché amo tutto del set ma anche perché mi faccio nutrire dal talento degli altri attori.
SILVIA DI PAOLA