Guerra contro l'Isis
8:42 pm, 19 Febbraio 15 calendario

Italia si offre capofila per l’Onu in Libia

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’Italia è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell’iniziativa dell’Onu. È quanto affermato dal nostro Rappresentante permanente alle Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, in riferimento al deteriorarsi della situazione in Libia con la crescente minaccia rappresentata dallo Stato Islamico. L’Italia, come sottolineato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, punta a una soluzione politica. In occasione della riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza a New York, il ministro degli Esteri libico, Mohammed al-Dairi, ha chiesto alle Nazioni Unite di rimuovere l’embargo sulla vendita di armi al suo governo, per poter fronteggiare l’avanzata dei jihadisti.
Dobbiamo avere le armi
Al-Dairi ha sottolineato che la Libia non chiede un intervento militare straniero, ma che la comunità internazionale «ha il dovere giuridico e morale di dare sostegno urgente» al Paese. «Se non riusciremo ad avere armi – ha affermato il ministro – questo può solo fare il gioco degli estremisti. La Libia necessita di una posizione decisa da parte della comunità internazionale, perché possa aiutarci ad addestrare l’esercito per fronteggiare il terrorismo».
Sirte resta all’Isis
Lo Stato islamico ha ripreso il «completo controllo» di Sirte in Libia. Lo riferisce il sito web egiziano “al Wasat”, citando fonti all’interno della città. Gli jihadisti hanno conquistato l’Università di Sirte e gli edifici pubblici che erano rimasti fuori dal loro controllo. Vana l’azione dei miliziani di Misurata.
Obama contro chi strumentalizza l’islam
«Gli Stati Uniti non sono in guerra con l’islam, ma contro quanti lo strumentalizzano». Così il presidente Usa, Barack Obama, rivolgendosi ai rappresentanti di 60 Paesi riuniti alla Casa Bianca per un summit sull’antiterrorismo: «Leader occidentali e musulmani – ha proseguito Obama – devono unirsi per sconfiggere le false promesse dell’estremismo e respingere la rivendicazione dei jihadisti di rappresentare l’islam, perché i terroristi non parlano a nome di un miliardo di musulmani». Intanto gli jihadisti dell’Isis lanciano un nuovo hashtag su Twitter: “Stiamo arrivando a Roma”.
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19 Febbraio 2015
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