EUROPA
8:29 pm, 19 Febbraio 15 calendario

Intesa Ue-Grecia vicina ma la Germania si impunta

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA L’Unione europea arriva all’ennesimo “D-Day” della sua storia tutta intrisa di maratone negoziali e accordi in extremis in un clima d’incertezza: l’intesa tra la Grecia e gli altri 18 Paesi della zona euro può farsi, o può saltare. Ma, se salta, non crediate alle cassandre dello sfascio: la trattativa andrà comunque avanti, dopo qualche sceneggiata, perché, almeno fino al 28 febbraio, non c’è nessuna scadenza invalicabile. Il fatto che il presidente Jeroen Dijsselbloem, un olandese, abbia convocato l’Eurogruppo per oggi alle 15 è di per sé buon segno: vuol dire che intravvede un accordo.
La lettera di Atene
La lettera con cui Atene chiede una proroga di sei mesi degli aiuti europei è giunta a Bruxelles: i ministri devono valutarla, l’Ue apre uno spiraglio, la Germania tiene la porta chiusa. C’è un pizzico d’Italia nello sblocco dello stallo tra Ue e Grecia, che all’inizio della settimana pareva totale dopo il nulla di fatto all’Eurogruppo di lunedì: martedì sera, c’è stata una telefonata del premier Renzi al greco Tsipras, presente il ministro dell’Economia Padoan. Si ignora se vi sia un nesso, ma da quel momento dalle parole (grosse) si è passati ai passi concreti.
Le pressioni degli Stati Uniti
Mercoledì sera, una telefonata “pesante” è arrivata dagli Stati Uniti al ministro delle finanze greco Varoufakis: il segretario al Bilancio Usa Jack Lew gli spiegava, se non fosse già chiaro, che, senza intesa con Ue e Fmi, «ci sarebbero immediate dure conseguenze per la Grecia». E Atene, dopo avere fatto la voce grossa, avere detto «no ai ricatti» e avere respinto come «assurde e inaccettabili» le posizioni dei partner, s’è smossa, ribadendo, però, di non volere fare marcia indietro su “linee rosse” che considera non negoziabili. Una soluzione cosmetica bisognerà trovarla, così che Tsipras possa dire ai greci di avere spuntato qualcosa meglio del governo precedente. Le istituzioni comunitarie e la Bce paiono comprendere l’esigenza. Berlino ancora no: insiste per una resa senza condizioni. A rischio di mandare l’intesa a incagliarsi quando il porto è in vista. Che poi Atene un risultato lo ha già acquisito: non negozia più con la troika, bensì con le istituzioni finanziarie internazionali competenti, cioè Commissione, Bce e Fmi. Le tre della troika. Ma è tutto diverso.
GIAMPIERO GRAMAGLIA/EURACTIV.IT

19 Febbraio 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo