Libia
7:48 pm, 18 Febbraio 15 calendario

L’intervento in Libia favorisce la propaganda dell’Isis

Di: Redazione Metronews
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ROMA  Attenzione a quello che si fa in Libia, un intervento militare potrebbe favorire la propaganda dell’Isis. Lo spiega Arturo Varvelli, esperto dell’Ispi per il Paese nordafricano. 
Che sta succedendo in Libia?
In realtà non ci sono rivolgimenti enormi rispetto a qualche settimana fa. C’è una diversa attenzione mediatica sollecitata dalla comunicazione dell’Isis da una parte e da Paesi come l’Italia interessati a risvegliare l’attenzione internazionale. Il punto è che in Libia si fa fatica a trovare un accordo tra le due principali coalizioni e in questa anarchia si insinuano le milizie più radicali come l’Isis. 
L’Isis rappresenta una minaccia seria e nuova?
Non vorrei sminuire l’enfasi sulla presenza dell’Isis in Libia ma metterla nelle giuste dimensioni. L’Isis ha poche migliaia di elementi, forse solo mille, che erano già presenti sotto altre sigle e ora si sono trasformati in Isis. Si tratta soprattutto di giovani specialmente a Derna. Più preoccupante è stato l’arrivo di 300 jihadisti che hanno combattuto in Siria e Iraq e ora si sono integrati con i locali. Il capo dell’Isis al-Baghdadi ha mandato un paio di emissari per favorire una strategia unitaria, e qualche altro gruppo ha pensato di affiliarsi all’Isis. Come il gruppo di Sirte, poche decine di persone che in realtà hanno un controllo parziale del sito.
Cosa pensa del possibile intervento Onu?
I confini di un intervento internazionale al momento non sono chiariti. Per il peace keeping serve prima un accordo di pace che al momento non c’è. Se invece si volessero schierare molti uomini sul terreno, in azioni di combattimento, si rischierebbe di più, e chi metterebbe gli uomini? La cosa più probabile è che l’Isis di Libia venga assimilato all’Isis di Siria e Iraq estendendo le possibilità di intervento aereo. 
Con quale efficacia?
L’intervento aereo può dare risultati limitati, come accade in Siria e Iraq, La sua è una funzione di contenimento. D’altro canto l’intervento straniero fa aumentare presso i locali la percezione di essere sotto un attacco “crociata”, e quindi alimenta le possibilità di propaganda dell’Isis, favorendo l’aggregazione di milizie radicali che magari prima si combattevano.
OSVALDO BALDACCI

18 Febbraio 2015
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