Kenneth Branagh passa a “Cenerentola”
ROMA Cate Blanchett è la matrigna cattiva, magnificamente perfida. Helena Bonham-Carter è una fatina irresistibile, Cenerentola (Lily James) la vittima sacrificale troppo buona per sopravvivere e il principe (Richard Madden) l’uomo indifferente alle apparenze che tutti vorremmo incrociare per strada.
Per Kenneth Branagh il passo è lungo. Da Shakespeare ai Fratelli Grimm eppure è stato proprio lui il prescelto in casa Disney per ricreare in film il cartone cult “Cenerentola” presentato alla Berlinale nel ’51, che costò 3 milioni di dollari e incassò ben 34.
Per reinventare questa favola il regista spiega: «Sono partito dall’idea che il coraggio e la gentilezza sono tutto nella vita. E qui sta la modernità psicologica di Cenerentola che non smette di affascinarci». Branagh ha tentato di non scivolare nel mieloso sentimentalismo in cui si offre solitamente la docile Cenerentola.
La sfida era: «Trovare la leggerezza di tocco e la tenerezza ma non cadere nello stucchevole. Volevo anche la dolcezza del lieto fine purché fosse credibile anche agli occhi dei cinici che siamo oggi. Per me il lieto fine è la vittoria dello spirito anche nelle peggiori circostanze. E questo, indipendentemente dal principe azzurro».
Secondo il regista «Questo concetto è comune a tutte le culture, ai fratelli Grimm come a Shakespeare o a Dickens. Il lieto fine può stare in noi: è il coraggio di cambiare il proprio destino, magari usando proprio l’arma della gentilezza».
SILVIA DI PAOLA
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