Razzi e ultimatum sul summit di Minsk per l’Ucraina

UCRAINA Non si placano i combattimenti nell’est del Paese alla vigilia dell’atteso vertice a quattro a Minsk tra Vladimir Putin, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko. I ribelli filo-russi avrebbero lanciato una nuova offensiva contro Kramatorsk, città nelle mani dell’esercito ucraino, uccidendo con una pioggia di 30 razzi russi Tornado 15 persone e ferendone 63. 
Un clima infuocato nelle ore in cui a Minsk si riunisce il Gruppo di contatto sull’Ucraina (con i rappresentanti di Mosca, Kiev, dei ribelli e dell’Osce) per preparare il vertice di oggi nella capitale bielorussa. Vertice nel quale, secondo le indiscrezioni, non sarà firmato alcun accordo, mentre si punta a fissare una zona demilitarizzata e a stabilire regole per una trattativa diretta tra il governo di Kiev e i ribelli secessionisti delle regioni di Donetsk e Lugansk. 
Ma anche il clima diplomatico internazionale è tutt’altro che rasserenato. Gli Stati Uniti continuano a ripetere di prendere in considerazione l’ipotesi di fornire armi a Kiev, e l’Unione europea ha varato nuove sanzioni alla Russia seppur congelate in attesa di oggi. Nuove sanzioni e l’invio di armi «destabilizzeranno ulteriormente la situazione”, ha fatto però sapere il Cremlino, ribadendo che in quel caso è vicina una escalation militare di cui riterrebbe responsabili gli Usa.
Intanto si aggiorna quotidianamente il conto delle vittime degli scontri armati. Sette soldati ucraini sono morti e altri 23 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nei combattimenti nell’est. Da lunedì si sarebbero verificati 87 attacchi contro le truppe ucraine.
«Siamo molto preoccupati per l’escalation di violenze», ha denunciato l’Unicef Italia. L’Unicef sta intervenendo, grazie ai  suoi uffici sul campo, fornendo aiuti umanitari ad oltre 600 mila bambini. Dal 28 gennaio ad oggi 5000 persone tra cui 1000 bambini sono state evacuate. Gli sfollati toccano il milione, mentre i morti sono quasi seimila.
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