Ecoreati
10:06 pm, 9 Febbraio 15 calendario

La legge sugli ecoreati avanza tra le correzioni

Di: Redazione Metronews
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Roma. È stata l’introduzione di una parola ad aver sciolto il principale nodo per la legge più attesa e nello stesso tempo più discussa da giuristi e ambientalisti negli ultimi anni, che proprio oggi inizia l’iter in aula al Senato. La parola è “alternativamente”. Una trovata della Commissione Ambiente del Senato che ha messo una toppa di non poco conto al testo (che vede le firme di Pd, M5S e Sel) uscito dalla Camera proprio un anno fa. 
Parliamo della legge sugli ecoreati: una legge che le procure di tutta Italia stanno aspettando perchè introdurrebbe il disastro ambientale nel codice penale italiano. Sono le stesse procure che hanno però fortemente criticato il testo uscito dalla Camera.
Sembra strano eppure è così: nel nostro ordinamento non esiste ancora questo reato specifico.  
C’è un però: la definizione di disastro ambientale uscita dalla Camera era di fatto inapplicabile, puramente teorica. La legge è stata aspramente criticata. Per Peacelink avrebbe addirittura «affossato il processo Ilva».
Per far scattare il reato (punito con maggiorazioni di pena) erano necessario: l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema (come si fa a dimostrare che è irreversibile?), un danno particolarmente oneroso, l’offesa alla pubblica incolumità. Quasi impossibile da dimostrare in sede processuale. Ma la nuova versione dell’articolo ha inserito la parola “alternativamente”: deve manifestarsi solo uno dei casi. E la musica cambia.
Tutto bene? Ni. Il testo presenta ancora delle lacune: secondo l’Isde, l’associazione Medici per l’Ambiente, «manca del tutto la tutela della salute». 
Inoltre – e questo è un passaggio piaciuto molto a Confindustria – si subordina la punibilità delle condotte di inquinamento o disastro alla violazione di specifiche norme amministrative. E laddove non dovessero essercene di norme amministrative specifiche? Scatterebbe l’impunità. 
L’incubo della prescrizione
Nel testo dovrebbero essere aggiunte norme per allungare i tempi di prescrizione. Per non avere mai più “sentenze Eternit”.
Nel caso Eternit è stata la scelta della Cassazione di far decorrere il termine di prescrizione del reato di disastro dal momento di cessazione dell’attività produttiva, e non dalla cessazione degli effetti pericolosi per la salute, ad avere condotto alla prescrizione. La riforma che oggi inizia la discussione al Senato non dice nulla su questo, e e il nuovo reato di disastro ambientale si prescriverà, secondo le regole generali, in un periodo inferiore a 20 anni da quando è cessata l’attività inquinante. Si rischia paradossalmente che quando si manifestano le conseguenze dannose dell’esposizione, con lo sviluppo della malattia, il reato è già prescritto.
SARA MELIS

9 Febbraio 2015
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