Parla Grignani che dall'Ariston iniziò vent'anni fa
8:23 pm, 9 Febbraio 15 calendario

Chiamatelo impegnato ma non maledetto

Di: Redazione Metronews
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FESTIVAL Vent’anni. Tanto è passato dalla prima volta di Gianluca Grignani a Sanremo. Erano i tempi di “La mia storia tra le dita” e “Destinazione Paradiso”, piccoli grandi classici. Ora l’artista milanese, dopo gli eccessi del passato, vuole proporsi con un’immagine più matura e consapevole. E con una canzone, “Sogni infranti”, a cui tiene moltissimo, ispirata da Calvino e, persino, da Papa Bergoglio.
Ce ne vuole parlare?
È uno dei pezzi più belli che ho scritto. Una ballata sociale, che fotografa il momento che stiamo vivendo. Parlo di dubbi, risposte, della gente, dell’Italia. E dei nostri “sogni infranti”.
Una mosca bianca in un Sanremo dominato dall’amore.
Sì. Non è un pezzo leggero e sono felice che Carlo Conti abbia avuto il coraggio di volerlo in gara. Guardo ai cantautori storici e ai big stranieri come Dylan e Led Zeppelin. Ho intrapreso una strada più matura, da cui credo non mi scosterò più.
La sua carriera è decollata da Sanremo, una ventina d’anni fa: cos’è cambiato in lei?
Scrivo meglio, sono più sicuro. E questo festival mi dà l’opportunità di farmi conoscere per quel che sono oggi. E basta con l’immagine dell’artista maledetto. Io ho quattro figli dalla stessa donna, sono un uomo di famiglia. E per i bambini ho fatto un bagno d’umiltà, rinunciando al mio egocentrismo.
E dopo il festival?
Uscirà un’edizione speciale di “A Volte Esagero” e poi, il tour: partirò il 21 marzo con un live a 3000 metri sul ghiacciaio Pesena e chiuderò in estate a Taormina.  Diego Perugini

9 Febbraio 2015
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