L’Ilva è insolvente trema l’indotto

Taranto. Una lunga marcia dei Tir durata per tutto il giorno. È l’ennesima protesta dell’indotto dell’Ilva, una selva di aziende creditrici che soffrono dell’insolvenza ormai acclarata del gigante dell’acciaio. È l’ultima delle emergenze in città. Un paio di giorni fa sono stati mandati al macello un centinaio di capi di allevamento di un’azienda limitrofa all’Ilva. I bovini erano pieni di diossina. Nel frattempo che in Commissione Ambiente al Senato è in discussione il decreto ribattezzato “Salva Ilva” ieri si è tenuto un tavolo a Palazzo chigi con il preier, i sindacati e i rappresentanti dell’azienda. Si è deciso di premere affinchè il decreto sia approvato prima possibile.
Ma il testo presenta alcuni articoli su cui si sta svolgendo un braccio di ferro, come quello sui soldi del fondo delle piccole e medie imprese che il governo vorrebbe destinare proprio all’indotto. Ma è insorto il M5S che con le rendicontazioni rimpingua il fondo: «Dare soldi a un’economia destinata a fallire è sbagliato – dice il deputato pugliese Diego De Lorenzis – Quell’indotto va riconvertito come il resto dell’economia tarantina. I soldi vanno investiti, altrimenti è elemosina».
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