giustizia
9:12 pm, 5 Febbraio 15 calendario

Giudici amministrativi baluardo a tangenti

Di: Redazione Metronews
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ROMA La Giustizia amministrativa sarà anche lenta e rallentante per il Paese con i suoi cavilli e i suoi lacciuoli, ma guai a pensare di liberarsene poichè «la scarsa efficienza delle Pubbliche amministrazioni e le loro difficoltà operative» unite «ai fenomeni di corruttela vasti e ramificati che quasi quotidianamente vengono alla luce, impongono la presenza di un giudice amministrativo forte, indipendente e autorevole». Lo ha ribadito il presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, inaugurando l’anno giudiziario a Palazzo Spada alla presenza del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla sua prima uscita pubblica.
Estendere i riti speciali di conciliazione
Giovannini ha auspicato interventi legislativi in materia di contratti pubblici e semplificazione amministrativa «che possano decisamente migliorare l’attuale quadro normativo, estremamente frammentato, lacunoso e privo di chiarezza». Ha poi suggerito di estendere «all’intero contenzioso i positivi risultati raggiunti nell’ambito dei riti speciali» di conciliazione.
Intanto i Tar e il Consiglio di Stato sono in affanno a fronteggiare «un consistente aumento dei ricorsi» (+15% tra il 2013 e il 2014), con un arretrato di oltre 292 mila ricorsi pendenti che si fatica a smaltire e allunga la durata dei processi di rito ordinario. Pesanti anche le carenze negli organici della magistratura amministrativa, pari al 15% presso i Tar e ad oltre il 20% al Consiglio di Stato.
Impossibile pensare ad una soppressione
«L’attività e il ruolo dei magistrati amministrativi sono stati non di rado oggetto di critiche anche accese – ha concluso Giovannini – spesso dirette ad invocare profonde riforme, quando non direttamente la soppressione». È possibile pensare ad “aggiornamenti”, ma senza che sia «compressa o limitata la tutela dei singoli nei confronti delle pubbliche amministrazioni». Infine talvolta la giustizia amministrativa è investita impropriamente da vicende più grandi di lei, come la questione del “fine vita”, che «richiederebbero un intervento del legislatore».
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5 Febbraio 2015
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