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8:37 pm, 2 Febbraio 15 calendario

Se il test di Medicina ora si evita emigrando

Di: Redazione Metronews
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ROMA Se studiare Medicina in un altro Paese europeo era sino ad oggi una “scappatoia” praticata da pochi privilegiati – già fonte di un discreto business per gli atenei privati – ora il fenomeno potrebbe degenerare. Il Consiglio di Stato ha stabilito che chi vuole tornare a studiare in Italia dopo essersi iscritto a Medicina in un’università straniera Ue non dovrà sostenere il test d’ingresso previsto per l’ammissione al primo anno. Secondo i giudici «una limitazione all’accesso degli studenti provenienti da università straniere per gli anni di corso successivi al primo della facoltà di Medicina si pone in contrasto con il principio di libertà di circolazione nella Ue».
Dalla Romania a Messina
Il pronunciamento è giunto su ricorso di due studenti italiani iscritti nell’anno accademico 2011-2012 al primo anno dell’università romena di Timisoara, che avevano poi chiesto il trasferimento alla facoltà di Medicina di Messina. Per prevenire «una generalizzata prassi migratoria», il Consiglio di Stato ha precisato però che gli atenei italiani avranno il «potere-dovere» di effettuare «un rigido controllo» sul percorso formativo seguito all’estero dagli studenti che chiedono di rientrare ed ha spiegato che l’accoglimento delle domande avverrà «sulla base dell’indefettibile limite dei posti disponibili per il trasferimento». «La sentenza è ineccepibile – commenta Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale – ma evidenzia anche il problema dei posti disponibili per chi vuole trasferirsi in Italia: sono pochissimi».
“L’accesso è un nodo irrisolto”
«La sentenza del Consiglio di Stato è importante perché tutela il diritto allo studio delle persone che, pur non avendo svolto i test d’ingresso in Italia, hanno studiato all’estero. Ma ci ricorda la necessità di un intervento sull’accesso a Medicina». È quanto pensa Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’Unione universitari.
A proposito, cosa sta succedendo ai 4.000 che, dopo aver vinto i ricorsi contro i test d’ingresso, sono stati iscritti in sovrannumero?
Con più o meno difficoltà stanno seguendo i corsi di Medicina, spesso con lo stesso profitto di chi aveva passato il test. Purtroppo alcuni atenei mettono i bastoni fra le ruote.
Ma restano appesi al giudizio di merito del Tar?
Sì, il pronunciamento è atteso per fine anno. Ma l’ordinanza cautelare che ha permesso di farli iscrivere è già un atto forte.
E cosa succederà alla prossima tornata di iscrizioni?
Non si sa nulla, né sui numeri né sui test a settembre. Chiediamo al governo di fare chiarezza e aprire un confronto serio sull’accesso. Sono anni che l’argomento è giudiziario, mentre la soluzione deve essere politica.
METRO

2 Febbraio 2015
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