Sartori: Bene Mattarella mentre l’Italicum non mi piace
ROMA Quando il politologo Giovanni Sartori chiamò la legge elettorale del 93 Mattarellum non intendeva fare un complimento.
Professore, come commenta l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica?
Sono contento che sia stato eletto, anche se preferivo Amato. Lui è una persona molto per bene, onesta.
Fu lei a forgiare il nome di “Mattarellum” per la legge elettorale varata dal nuovo presidente. Il nomignolo, che ha fatto scuola, era un giudizio critico…
È vero che quella legge di compromesso l’ho battezzata io criticamente Mattarellum, ma poi quando ci siamo ritrovati alcuni anni dopo io dissi a Mattarella che lui e la sua legge dovevano a me la loro celebrità, perché senza quel altrimenti si sarebbe chiamata legge 276-277/1993 e nessuno se la ricorderebbe. E anche lui si mise a ridere.
Ritiene che per il presidente si prospetti un compito difficile?
Non lo so, immagino di sì. Certo che Berlusconi non è contento. L’Italia è in condizioni di una disomogeneità politica abbastanza strana, con alleanze fatte tra pezzi politici molto diversi.
E per quanto riguarda le riforme come si comporterà il nuovo presidente?
Parlando di legge elettorale, l’Italicum alla fine è un proporzionale puro che moltiplicherà i partiti, perché col 3 per cento verrei eletto pure io. Per cui sarei contento se il Presidente potesse opporre delle obiezioni a questa legge che nessun Paese d’Europa ha e che è del tutto non necessaria. Però quella elettorale è una legge ordinaria e non spetta al Presidente mettere difficoltà, ma tocca alla Corte Costituzionale giudicarla. E in Italia finisce che la Corte se ne occupa dopo una decina d’anni, dicendo che forse ci sono alcuni aspetti che andrebbero corretti. Non ha senso. O si pronuncia subito in modo netto oppure a quel punto meglio che stia zitta. Non so se in questo senso il Presidente possa fare qualcosa.
OSVALDO BALDACCI
© RIPRODUZIONE RISERVATA