Phoenix: Io, un hippie ma solo al cinema

CINEMA. “Devo andare,mettermi seduto, stamparmi un sorriso finto sulle labbra ma tanto so che non vinco mai. Però devo recitare la mia parte…di certo l’Oscar non mi interessa”. Parola del regista di Magnolia, Paul Thomas Anderson,  a Roma per presentare il suo Vizio di Forma, candidato agli Oscar e dal 24 febbraio nei nostri cinema con un Joaquin Phoenix in versione hippie, investigatore privato che gira senza scarpe, malato d’amore e confuso nelle cornici psichedeliche di fine Anni ‘60 e dentro il caleidoscopio narrativo di Pynchon da cui il film parte. «Ho amato questo personaggio, che ho scelto d’istinto come faccio sempre, perché è un po’ tante cose insieme e non si salva, è mostrato per ciò che è, senza scuse». Così Phoenix che non rimpiange nulla. Neppure di non aver vissuto la cultura di quegli anni che qui incarna magnificamente: «Riconosco che dai maltrattati hippie sono nate grandi cose per lo svecchiamento culturale ma, sinceramente, non m’importa di non esserci stato».
SILVIA DI PAOLA