GIORNATA DELLA MEMORIA
8:00 pm, 26 Gennaio 15 calendario

Shoah, “Non dimentichiamo i carnefici italiani”

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA Italiani brava gente? Ormai sappiamo che nel corso della storia recente, a partire dalle guerre d’Africa, anche noi ci siamo macchiati di crudeltà e crimini, ma impressiona essere additati come carnefici, come fa lo storico veneziano Simon Levis Sullam  nel suo “I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei , 1943-45”, Feltrinelli. «Negli ultimi anni in Italia c’è stata un’enfasi eccessiva sui salvatori degli ebrei, il discorso pubblico si è concentrato sugli esempi positivi dei giusti, che certamente ci sono stati, ma senza fare mai veramente i conti con tutti coloro che invece hanno attivamente partecipato alla macchina dello stermino. Se io esisto è perché una parte della mia famiglia è stata nascosta e salvata, ma un’altra parte è svanita nei campi di concentramento, grazie ad italiani che hanno partecipato alla persecuzione».
Si può dire che in Italia la persecuzione degli ebrei è stata in scala ridotta?
Circa il 20 % degli ebrei italiani, 8600 persone, è stato deportato e pochissimi sono tornati. In Francia la deportazione ha riguardato il 25 % della comunità ma al contrario che da noi lo Stato francese ha fatto i conti con questa responsabilità, ha celebrato processi, indennizzato le vittime.
Quante persone in Italia sono state impegnate nella macchina dello sterminio?
Migliaia, se contiamo non solo quelli che hanno ordinato e condotto i rastrellamenti, e i delatori, ma anche quelli che hanno guidato gli autobus e i treni, stilato l’elenco dei beni da confiscare, in generale partecipato attivamente alla parte burocratica e logistica e i moltissimi che hanno visto e sono stati indifferenti.
Pochissimi sono stati processati.
C’è stata l’amnistia di Togliatti e una sottovalutazione della gravità della persecuzione, mai riconosciuta come capo d’accusa. Nel libro cito il caso di Giovanni Martelloni, capo dell’ufficio affari ebraici di Firenze, violento pamphlettista antisemita, che personalmente rastrellò e deportò centinaiai di ebrei fiorentini, arricchendosi grazie ai loro beni confiscati  e che dai processi uscì indenne.
Secondo lei quindi oltre a ricordare i nomi dei giusti bisogna ricordare anche quello degli ingiusti?
Non penso  a liste di proscrizione ma alla conoscenza storica. Se pensa che nella legge del 2000 istitutiva del giorno della Memoria non si cita nemmeno la parola fascismo, come se non avesse a che fare con l’Olocausto, come se nel 1938, ben prima del ’43 e dell’occupazione tedesca non avesse introdotto le leggi razziali, antisemite e razziste, che prepararono il terreno alle  deportazioni.
L’antisemitismo è ancora una minaccia?
Oggi il rischio vero è l’islamofobia, un’altra faccia della criminalizzazione del diverso.
PAOLA RIZZI
@paolarizzimanca

26 Gennaio 2015
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