Focus Università
6:45 pm, 25 Gennaio 15 calendario

L’Unione Europea di fronte alla sfida terrorismo

Di: Redazione Metronews
condividi

Lotta al terrorismo: cosa fa l’Unione europea?
I gravi eventi di Parigi dello scorso 7 gennaio, riportano d’attualità, nel dibattito europeo, la lotta al terrorismo. Quali e quanti sono, in questo campo, gli strumenti in mano all’Unione? Come avviene il contrasto alla criminalità organizzata, tra cui quella transnazionale e terroristica? Si tratta, tutto sommato, di una storia recente, che inizia nel 2001, dopo l’11 settembre americano, e passa attraverso il 2004 e il 2005, le date, rispettivamente, degli attentati a Madrid e a Londra.
Primo passo, tutt’altro che secondario, è stato dotare l’ordinamento giuridico europeo di una definizione di terrorismo.
Con la Decisione quadro del 2002 (in parte modificata sei anni dopo) si è inteso armonizzare la legislazione penale degli Stati membri, fornendo ai giudici utili parametri di riferimento. Venivano così tipizzati una serie di reati terroristici, tra cui – oltre, come è ovvio, agli attentati alla vita o all’integrità fisica di una o più persone – sequestro e cattura di ostaggi; distruzione di strutture pubbliche, sistemi di trasporto, infrastrutture; fabbricazione, detenzione e uso di armi da fuoco ed esplosivi (o armi di altro genere, come quelle atomiche, biologiche e chimiche). Anche la sola minaccia di realizzare uno di questi comportamenti diveniva perseguibile.
Di fondamentale importanza, inoltre, il concetto di “associazione terroristica”, insieme strutturato di più persone con lo scopo di commettere atti terroristici. Esistono poi i cosiddetti “reati connessi ad attività terroristiche”, anche con riferimento alla realtà virtuale del web. Si tratta dell’istigazione e del reclutamento, così come dell’addestramento.
Tra gli strumenti operativi, dal 2004 esiste il mandato d’arresto europeo: ogni autorità giudiziaria nazionale deve riconoscere la domanda di consegna di una persona formulata dall’autorità giudiziaria di un altro Stato membro.
Europol (Ufficio Europeo di polizia) ed Eurojust (organo dell’Unione competente per le indagini e le azioni penali concernenti più Stati membri e relative a forme gravi di criminalità), rappresentano preziosi strumenti per una maggiore cooperazione tra i paesi europei. 
C’è poi il capitolo della normativa antiriciclaggio (approvata nel 2005 sotto forma di Direttiva), che incide sulla possibilità di finanziamento del terrorismo e si applica ad enti creditizi e finanziari, ma anche a liberi professionisti e a fornitori di beni. In tal senso, si prevedono misure di verifica della clientela e meccanismi di segnalazione di operazioni sospette.
Ma un vero contrasto al terrorismo internazionale funziona solo se integrato ad altre politiche dell’Unione europea, come le relazioni esterne, la cooperazione allo sviluppo e la tutela dei diritti umani, azioni, queste, tese ad incidere sulle complesse realtà socio-politiche dei paesi origine di molti dei fenomeni del terrorismo recente.
 
“Per salvare la democrazia non si può perdere la democrazia”
Il diritto alla libertà d’espressione trova la sua forma estrema nella satira. Provocatoria per definizione, quest’ultima attacca i pregiudizi e le convinzioni assolute, mettendone a nudo le contraddizioni in maniera dissacrante. Così faceva magistralmente Charlie Hebdo, così ci auguriamo che continui a fare nonostante il tragico attacco subito, definito dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk “un affronto ai nostri valori fondamentali e alla libertà d’espressione, pilastro dell’Unione Europea”. Va detto che molte voci critiche si sono levate nei confronti delle vignette del giornale francese, tacciate come “offensive e irrispettose”. Ora, indipendentemente dal fatto che l’irriverente penna di Charlie volesse o meno attaccare qualsivoglia fede, piuttosto che colpire l’ignoranza e le contraddizioni dei fondamentalisti di ogni credo, vien da chiedersi se queste opere “abbiano oltrepassato il limite” (altro leitmotiv del dibattito pubblico) e se questo confine esista. In merito, per la Carta di Nizza “ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, che include la libertà di opinione e la libertà di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità”, all’interno di una società che secondo il trattato di Maastricht dev’essere caratterizzata “dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza”. Concetti, questi, ribaditi da Stefano Rodotà: “Per salvare la democrazia non si può perdere la democrazia, i diritti sono tali solo se assoluti e sempre garantiti”. Se vogliamo difendere il valore della libertà d’espressione quindi, dobbiamo essere pronti a tollerarne tutte le declinazioni, che ci piacciano o no.
 
Libertà e tolleranza: un equilibrio delicato
Nonostante tolleranza e libertà di stampa siano entrambi principi cardine dell’Europa, i fatti di Parigi hanno tragicamente mostrato come a volte valori di eguale importanza possano entrare in rotta di collisione. Secondo gli studenti di Scienze della Comunicazione della Sapienza, ferma restando l’unanime condanna degli attacchi (non solo quelli alla redazione di Charlie Hebdo), la risposta sta nella ricerca di un punto di equilibrio. Se per Chiara, 21 anni, «si deve essere sempre e comunque liberi di esprimersi», per Roberto (22) questa libertà però «deve trovare un limite nella sensibilità verso le fedi religiose degli altri». In merito alla marcia di solidarietà dell’11 gennaio, gli studenti concordano nell’affermare l’immagine di un’Europa unita attorno a determinati valori, anche se Elisa (20) aggiunge che «bisogna far sì che non resti solo immagine». Ma la minaccia terroristica tocca anche il rapporto fra libertà e necessità di sicurezza. Per Livia (23) «fare di tutta l’erba un fascio è facile, ma non è la soluzione. La sfida parte dall’educazione». Tiziano (28) chiosa: «La sicurezza è sacrosanta, ma deve conciliarsi con la privacy e non va strumentalizzata a fini propagandistici».
DILETTA PAOLETTI, ALESSANDRO BENIGNI, MICHELE DE IULIIS, SARA CORRIERI 

25 Gennaio 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo