economia
7:44 pm, 22 Gennaio 15 calendario

La scossa di Draghi a suon di miliardi

Di: Redazione Metronews
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ROMA Una scossa ai mercati, il “bazooka” di Mario Draghi. Oppure una mossa insufficiente e tardiva? Sono contrastanti i giudizi sul piano varato dalla Banca centrale europea per frenare l’eccessivo abbassamento dei prezzi (deflazione); un fenomeno che, se da un lato può avere un apparente effetto positivo sui consumi (sempre che non vengano rimandati), dall’altro ha una conseguenza negativa certa: l’aumento del valore del debito pubblico in termini reali. La Bce – come ha annunciato ieri il presidente Mario Draghi – utilizzerà l’arma di un’iniezione formidabile di moneta circolante, ma l’effetto virtuoso a catena si avrà solo con il concorso effettivo delle banche (nel passare i soldi all’economia reale) e dei governi (con le riforme strutturali).
Un piano da mille miliardi
Nel dettaglio il programma prevede l’acquisto sul mercato secondario di attività per 60 miliardi di euro al mese a partire da marzo. Verranno comprati soprattutto titoli di Stato. Il programma durerà fino al settembre 2016 o, ha spiegato Draghi, «almeno finchè l’inflazione non sarà tornata sotto controllo». Pertanto l’importo totale del piano dovrebbe aggirarsi sui 1.080 miliardi. L’acquisto dei titoli verrà effettuato dalle banche nazionali, mentre la Bce condividerà il peso di eventuali perdite per il 20% dei titoli acquistati (per il restante 80% non ci sarà condivisione del rischio e questo è frutto del compromesso con la Bundesbank). Le operazioni avranno due limiti: non si potrà comprare più del 25% dei titoli messi in circolo con ogni emissione e non potrà essere acquistato più del 33% del debito pubblico di un singolo Paese.
Cos’è il “quantitative easing”
L’allentamento quantitativo consiste nell’aumento della quantità di moneta in circolazione, tramite l’acquisto di titoli di Stato e altre obbligazioni. Il meccanismo.Il programma ha come obiettivi quelli di contrastare i rischi di deflazione (riportando il tasso di inflazione verso il 2%) e agevolare il credito. Perchè sortisca effetti positivi sul credito, però, occorre che le banche approfittino del “quantitative easing” per cedere titoli di Stato e utilizzino il contante ottenuto in questo modo per finanziare i prestiti necessari alle famiglie e alle imprese.
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22 Gennaio 2015
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