politica
9:12 pm, 20 Gennaio 15 calendario

La sfida per il Quirinale si intreccia con l’Italicum

Di: Redazione Metronews
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ROMA Matteo Renzi e Silvio Berlusconi ieri mattina si sono incontrati per un’ora proprio nel primo anniversario del Patto del Nazareno. Non si è parlato del Quirinale, giurano entrambi, ma solo della nuova legge elettorale. Le due cose sono però strettamente collegate, in quanto la prova d’Aula attesa oggi al Senato sull’Italicum sarà un test sulla tenuta delle rispettive compagini. Ai malumori nel Pd, di primo mattino, il premier replica su Twitter: «Con l’Italicum preferenze e singoli candidati di collegio. Spariscono le liste bloccate. Ballottaggio è garanzia anti inciucio». Dopo il faccia a faccia con Silvio Berlusconi, la linea non cambia e Fi si deve adeguare: i capilista bloccati – ovvero quelli che sceglieranno le segreterie di partito – resteranno “soltanto” 100.
Lotte intestine
Ma la minoranza del Pd affila le armi. Miguel Gotor, dissidente di spicco, presenta un documento firmato da 29 senatori e avverte: «Noi non arretriamo, è una questione di dare rappresentanza ai cittadini, vogliamo entrare nel merito della legge elettorale». Ad essere messo in discussione sia il merito dell’Italicum, a partire dai capilista bloccati, sia il metodo del “prendere o lasciare”. Quando, dopo l’incontro con Berlusconi, Renzi partecipa all’assemblea dei senatori del suo partito il clima non è idilliaco. Tanto che il presidente del Consiglio interviene ad ammonire e rassicurare.
Una vittoria di Pirro
Ma al momento della conta ecco la divisione che emerge poderosa. Per la prima volta da quando è divenuto segretario del Pd, Renzi è costretto ad assistere ad un gesto di aperto dissenso: i 29 firmatari del documento si alzano e se ne vanno, senza partecipare alla votazione finale. La linea della segreteria passa con 71 voti: maggioranza più che piena, ma la vittoria ha un sapore molto amaro. Anche Berlusconi deve fronteggiare la sua assemblea di senatori, con le stesse difficoltà registrate da Renzi. L’ex Cavaliere chiede a tutti, anche ai dissidenti guidati da Raffaele Fitto, di accettare l’accordo dell’Italicum.
Il maxi canguro
In serata al Senato si è aperta la partita, ma la prima seduta si è chiusa con un nulla di fatto. Nel mirino dell’opposizione c’è l’emendamendo presentato dal senatore del Pd Stefano Esposito, un emendamento soprannominato “maxicanguro” perchè, se approvato, annullerebbe in un solo colpo gli oltre 40 mila emendamenti depositati (in gran parte dalla Lega Nord). Oggi il braccio di ferro finale.
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20 Gennaio 2015
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