SIRIA
1:56 pm, 16 Gennaio 15 calendario

Greta e Vanessa libere ma è giallo sul riscatto

Di: Redazione Metronews
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ROMA  Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono in Italia. Dopo il loro rilascio, le cooperanti italianerapite nel luglio dello scorso anno in Siria sono arrivate alle 4 di venerdì mattina all’aeroporto di Ciampino a Roma. «Bentornate in Italia, Abbracciate ai famigliari. Grazie a unità di crisi, servizi, tutto il lavoro di squadra». Con questo tweet, accompagnato dall’hashtag #GretaeVanessa, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha salutato il rientro in Italia delle due giovani. Il titolare della Farnesina era allo scalo romano di Ciampino dove è atterrato l’aereo che riportava in Italia le due cooperanti.
Sentite in Procura
Le due ragazze al momento dell’arrivo a Ciampino apparivano piuttosto provate. Avvolte nelle giacche a vento, durante il tragitto dall’aereo all’interno dello scalo hanno camminato vicine, tenendosi l’una stretta all’altra. Greta e Vanessa  non hanno salutato la folla di giornalisti e cameraman che le attendeva e sono subito entrate con il ministro nell’edificio dell’aeroporto militare. Poi, dopola visita in ospedale, intorno a mezzogiorno, è cominciata la loro audizione nella caserma del Ros dei carabinieri a Roma. L’atto istruttorio è condotto dagli inquirenti della Procura della Capitale.  
Gentiloni: “In tema di riscatto, indiscrezioni prive di fondamento”
«Un grande Paese si impegna a proteggere e a salvare la vita dei propri cittadini sequestrati». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nella informativa alla Camera. Quanto al tema dei riscatti il ministro parla di «indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici».  In tema di rapimenti, ribadisce il ministro, «l’Italia si attiene a regole e comportamenti condivisi sul piano internazionale. Non è una linea del governo ma dell’Italia». «Siamo contrari al pagamento di riscatti e nei confronti degli italiani presi in ostaggio la priorità è indirizzata alla vita e all’integrità fisica», ha aggiunto il ministro.
Smentita sul pagamento
Secondo l’account Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad, per la liberazione delle due donne sarebbe stato pagato un riscatto di «12 milioni di dollari». Ipotesi, quella del riscatto, smentita «con energia» da fonti degli apparati di sicurezza. Prigioniere da più di cinque mesi in Siria, le due giovani italiane erano comparse in un video il primo gennaio nel quale dicevano di essere «in grande pericolo». Vanessa, 21enne originaria di Brembate, ha studiato mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, dove ha imparato anche inglese e arabo. Greta, 20enne, anche lei studentessa universitaria, è originaria di Besozzo ed è una volontaria della Croce Rossa. Ha avuto delle esperienze di cooperazione in Zambia e in India.
In Siria per la seconda volta
Nel luglio 2013 Greta e Vanessa erano tornate in Siria per la seconda volta per portare aiuti alla popolazione. Dopo aver attraversato il confine turco con il giornalista de Il Foglio Daniele Ranieri, il 31 luglio erano state rapite nella località di Abizmu. A settembre 2013 il quotidiano libanese Al-Akhbar, vicino al movimento sciita hezbollah, aveva scritto che le due ragazze erano state attirate ad Abizmu da un siriano conosciuto su Internet nell’ambito di un piano organizzato per rapirle e chiedere un riscatto. Le scorse settimane il video su Youtube, dove indossavano un velo nero, con l’appello disperato: «Riportateci a casa».
METRO

16 Gennaio 2015
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