“Gemma Bovery” tra amori e umori

CINEMA. Al figlio che crede che Madame Bovary sia un videogame, il francesissimo papà con la faccia di Fabrice Luchini dice: “Preferirei che mi dicessi che ti droghi”. È un uomo che guarda alla finestra le vite degli altri,che sa bene che “la campagna è piena di gente che prende antidepressivi” e che si imbatte in una splendida ragazza inglese che di nome fa Gemma Bovery. E qui comincia la storia “della vita che imita l’arte” e di una giovane con la sensualità di Gemma Artenton che rivive amori e umori della Emma di Flaubert in questo delizioso Gemma Bovery che ha aperto lo scorso TorinoFilmFest e che dal 29 sarà nelle nostre sale, firmato da Anne Fontaine che confessa: «Mi sono immaginata subito Fabrice Luchini come interprete, ma anche in quanto persona con Flaubert nel sangue. Mentre per la Artenton, che avevo visto in Tamara Drewe è stata folgorazione, una bomba atomica».
E, allora, eccola questa storia di un intellettuale parigino fuggito in campagna e riciclatosi come panettiere che si ritrova vicini di casa Gemma e Charles Bovery e fa di tutto perché non facciano la stessa fine dei quasi omonimi protagonisti del romanzo di Flaubert.
SILVIA DI PAOLA