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5:18 pm, 12 Gennaio 15 calendario

Vaticano nel mirino La Ue studia le contromisure

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’allarme per un attacco terroristico dell’Isis al Vaticano è quanto meno esagerato. Questa in sostanza la rassicurazione che viene dagli apparati di sicurezza italiani cui non risulta una minaccia concreta del terrorismo nei confronti di San Pietro. Anche se non viene sottovalutato alcun segnale. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha sottolineato: «Nel sistema delle nostre relazioni con le autorità di sicurezza degli altri Paesi abbiamo ulteriormente verificato l’informazione (relativa a un possibile attacco al Vaticano, ndr) ripresa da alcuni organi di informazione: a noi non risulta. Quello che invece risulta, e che purtroppo è evidente, è che il Vaticano è stato più volte citato ed evocato nei messaggi dell’autoproclamato Califfo e la bandiera nera sulla Cupola di San Pietro (come apparsa su un sito internet dell’Isis, ndr) non è un segno difficile da interpretare e che io non leggo come solo simbolico. Ecco perché non sottovalutiamo nessuna ipotesi, neanche quella più apparentemente labile, e nessun indizio».
Per il capo della Digos di Roma, Diego Parente: «Non c’è traccia di un allarme specifico contro il Vaticano ma resta comunque un’allerta massima. Il servizio in Vaticano era già cospicuo e sostanzioso ed è stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della città». Dal Vaticano sulla stessa lunghezza d’onda il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: «Contrariamente a quanto diffuso da alcuni organi di informazione, non è vero che la Santa Sede abbia ricevuto segnalazioni di rischi specifici da servizi di sicurezza di altri Paesi. Si conservano i normali e opportuni contatti fra servizi di sicurezza, che facendo riferimento alla situazione attuale invitano ad attenzione e ragionevole prudenza, ma non risultano segnalazioni di motivi concreti e specifici di rischio». 
Domenica il tg della tv di Stato israeliana Canale 1 ha sostenuto che i servizi segreti americani avrebbero avvertito il Vaticano che la Santa Sede è il prossimo bersaglio nella lista degli obiettivi dell’Isis. In precedenza il quotidiano tedesco, Bild, riportando il contenuto di alcune comunicazioni tra i capi dello Stato islamico intercettate dall’intelligence americana, aveva sostenuto che le stragi di Parigi segnalerebbero l’inizio di una nuova offensiva in diverse città europee, tra le quali la capitale italiana, anche se non risulta un piano di attacco. 
Papa Francesco intanto è partito per il viaggio in Asia: sarà prima in Sri Lanka e poi giovedì nelle Filippine. Senza creare allarmismi, come dato storico occorre ricordare che proprio a Manila avvenne il primo attentato recente a un pontefice: era il 1970 e uno squilibrato assalì col pugnale Paolo VI. Ancor più grave la mionaccia sempre a Manila nei confronti di Giovanni Paolo II. Quella volta poi c’entrava direttamente un gruppo legato ad al-Qaeda. Era il 1995 ed era in corso la Giornata Mondiale della Gioventù. Un provvidenziale incendio in un appartamento rivelò un dettagliato piano per colpire il pontefice da parte del gruppo Abu Sayyaf, comandato da Sheikh Mohammed, una delle principali menti dell’11 settembre. Nelle Filippine infatti da molti anni una agguerrita e radicalizzata minoranza islamica combatte contro il governo centrale e ha instaurato rapporti diretti con al-Qaeda. ma negli ultimi anni le tensioni sono andate un po’ stemperandosi. 
Domenica i ministri europei si sono incontrati per «rafforzare i controlli» contro i rischi che si susseguon. Un nuovo vertice antiterrorismo sarà replicato il 18 febbraio a Washington. Per reagire all’allarme terrorismo i ministri europei si sono concentrati su frontiere, trasporti aerei, internet. È stata sottolineata l’importanza e la necessità di accelerare la direttiva sul Pfr, il data base comune per l’accesso alle liste passeggeri di tutti i voli. Si è poi indicato di potenziare il sistema di informazione Schengen: alcuni Paesi si sono detti pronti a limitare la libera circolazione delle persone in Europa, mentre altri hanno ribadito la necessità di rafforzare i controlli senza rinunciare ai diritti. Si è poi chiesto che i colossi di internet collaborino con polizia e intelligence e rimuovano tempestivamente dai loro domini dichiarazioni apologetiche dei terroristi o che incitano alla violenza e all’odio».
METRO
Le dichiarazioni del Papa:
http://youtu.be/RKQbkXGM5uU
http://youtu.be/XCKRzgOv0vU

12 Gennaio 2015
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