terrorismo
10:00 pm, 12 Gennaio 15 calendario

In Francia vigilanza su scuole e sinagoghe

Di: Redazione Metronews
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FRANCIA «Non cederemo nulla» e sul prossimo numero di Charlie Hebdo  che uscirà domani, in tre milioni di copie e in 16 lingue, ci saranno «ovviamente» delle  vignette su Maometto. Lo ha anticipato Richard Malka, legale della rivista satirica. «Lo stato d’animo “Je suis Charlie” significa anche diritto alla blasfemia», ha affermato l’avvocato. Il nuovo numero sarà «commemorativo», ha poi spiegato il caporedattore Gérard Biard, «ma senza essere piagnucoloni».
Altri rinforzi in arrivo
Intanto la vigilanza è massima in Francia. Le 717 scuole e i luoghi di culto ebraici del Paese sono protetti da 4.700 agenti, tra poliziotti e gendarmi. Saranno inoltre inviati diecimila soldati di rinforzo nelle prossime 48 ore. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, parlando all’istituto “Yaguel Yaacov” di Montrouge, nella regione dell’Île-de-France. Vicino a questa scuola, giovedì scorso, ha perso la vita Clarissa Jean-Philippe, la giovane poliziotta uccisa da Amedy Coulibaly, l’autore della strage al minimarket kosher a Porte de Vincennes a Parigi, morto nel blitz delle forze speciali francesi.
Imbarazzo con Israele
 
E ieri si è venuto a sapere che François Hollande avrebbe suggerito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di non partecipare alla marcia repubblicana di domenica a Parigi. Lo rivela il sito del quotidiano “Haaretz”, riprendendo una fonte israeliana che era a conoscenza dei contatti tra l’Eliseo e l’ufficio del primo ministro a Gerusalemme. Il governo francese avrebbe fatto la stessa richiesta anche alle autorità palestinesi. L’assenza, riporta Le Figaro, sarebbe stata richiesta dalla Francia nel tentativo di mantenere il conflitto israelo-palestinese fuori dalla manifestazione europea per dire no al terrore, dopo le stragi di Parigi al settimanale satirico Charlie Hebdo e al supermercato kosher a Porte de Vincennes.
 
Nessuna minaccia al Vaticano
L’Italia, come altri Paesi occidentali, è nel mirino di possibili attacchi terroristici «ma non ci sono riscontri concreti di un possibile attentato al Vaticano». È il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a ridimensionare l’allarme: «Nel sistema delle nostre relazioni con le autorità di sicurezza degli altri Paesi – spiega – abbiamo ulteriormente verificato l’informazione e a noi non risulta. Quello che invece risulta, e che purtroppo è evidente, è che il Vaticano è stato più volte citato ed evocato nei messaggi dell’autoproclamato Califfo». Il capo della Digos capitolina, Diego Parente, conferma che «non c’è traccia di un allarme specifico» contro il Vaticano, sebbene l’allerta resti massima. «Il servizio di controllo era già sostanzioso – aggiunge Parente – ed è stato rivisto». Anche padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, smentisce che il Vaticano abbia ricevuto segnalazioni di rischi specifici.
 
Caccia ai complici
Amedy Coulibaly, l’autore del massacro di quattro ebrei nel negozio kosher di Vincennes e prima di una poliziotta davanti alla scuola ebraica Yaguel Yaacov, a Montrouge, «aveva senza alcun dubbio un complice». Ne è convinto il premier francese Manule Valls che ha annunciato che «la caccia continua». Sono sei le persone in fuga legate alla cellula terroristica secondo la polizia che si è messa sulle loro tracce. 
Il 9 gennaio si era sospetata della compagna di Coulibaly che però si è poi accertato aver lasciato la Francia per la Turchia una settimana prima.
Subito dopo l’attacco era ufficialmente finito nel mirino degli investigatori il diciottenne cognato di un attentatore che si consegnò subito per essere scagionato essendo a scuola al momento dell’attentato. 
Intanto a spiegare perché i tre attentatori erano a piede libero nonostante i pesanti precedenti penali ci ha provato il portavoce del ministero della Giustizia di Parigi, secondo il quale in carcere essi avevano mostrato buona condotta e Coulibaly addirittura un comportamento «esemplare». 
METRO

12 Gennaio 2015
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