L'intervista
8:07 pm, 8 Gennaio 15 calendario

“I Jihadisti europei un pericolo molto concreto”

Di: Redazione Metronews
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ROMA Il pericolo dei cittadini europei andati a combattere in Medio Oriente e tornati è reale e ineliminabile. Lo spiega Pietro Batacchi, direttore di RID-Rivista Italiana Difesa.   
Quanto è esteso il fenomeno dei “foreign fighters”?
Si stima che siano rientrati in Europa 5 o 600 combattenti, soprattutto da Siria, Libia e Mali. I cittadini europei andati a combattere con gli islamisti sono circa quattromila. C’è qualche convertito, ma quasi tutti sono cittadini europei figli dell’immigrazione.
Non dovrebbero essere “sotto controllo”?
Sicuramente l’intelligence li monitora, ma non si può avere la certezza di avere il controllo di tutto e tutti, e poi non si possono limitare i dirittidi cittadini europei sulla base di sospetti. I rischi legati a questo fenomeno sono ineliminabili.
Sono pericolosi per noi?
Molto, perché non va dimenticato che non hanno ricevuto solo “addestramento”, ma hanno esperienza di vero combattimento, e contro forze di qualità come i pasdaran iraniani o la Guardia presidenziale di Assad.
Perché  tornano?
Qualcuno torna per una rotazione naturale dal “fronte”. La maggior parte si incaricano di questioni logistiche e soprattutto del reclutamento di forze fresche. Ma qualcuno rientra con il compito e l’obiettivo di portare attacchi. Un obiettivo dichiarato dei terroristi è colpire i Paesi europei coinvolti a vario titolo nella guerra ai jihadisti.
Siamo a rischio?
La Francia è molto esposta, senza dubbio, ma anche l’Italia dà supporto a chi combatte l’Isis in Iraq e Siria e comunque alla guerra al terrorismo. Inoltre siamo esposti molto direttamente al rischio per noi più mortale perché tremendamente vicino che è la Libia con la sua instabilità. È una cosa pazzesca che facciamo la guerra al califfato in Iraq e poi ignoriamo completamente il califfato che è presente in Libia.
Come ci si difende?
Con la prevenzione, con la conoscenza, con l’intervento nelle aree di instabilità, soprattutto con l’intelligence umana. Bisogna prevenire la minaccia. Quando arriva l’attacco, è tardi, e inoltre le polizie europee non sono in grado di farvi fronte. 
OSVALDO BALDACCI

8 Gennaio 2015
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