Salario accessorio È scontro frontale

ROMA Vigili, insegnanti, impiegati uniti nella lotta. È il contratto decentrato, entrato in vigore dal primo gennaio, il detonatore dell’ondata di proteste che coinvolgono 24 mila dipendenti comunali,  vigili compresi. Ieri decine di impiegati municipali, con le maestre degli asili e dei nidi in prima fila, hanno occupato la sala del Carroccio in Campidoglio. Chiedono di sospendere un provvedimento imposto, come denunciano i sindacati, per riaprire una trattativa che si è interrotta il 23 dicembre, ma che nei mesi precedenti non aveva fatto molti progressi.
Lo scoglio è il salario accessorio, un’indennità di circa 300 euro per ciascun dipendente che fino a pochi giorni fa integrava le buste paga senza chiedere ai lavoratori nulla in cambio. L’amministrazione Marino, dopo le osservazioni del ministero dell’Economia, ha stabilito che quei soldi dovessero essere legati a una maggiore produttività. Il che ha significato meno ricorsi alle supplenze nelle scuole comunali, uffici aperti anche il pomeriggio, più turni per i vigili, colpiti anche dalla turnazione territoriale imposta dal comandante Raffaele Clemente per evitare eventuali episodi di corruzione.
In questa chiave è più facile leggere quanto accaduto la notte di Capodanno, quando la quasi totalità degli agenti in servizio ha rifiutato di prestare gli straordinari. Un atto che però ha contribuito a sollevare lo scandalo dei 90 vigili, presunti assenti ingiustificati. Ieri il vicesindaco Nieri ha confermato che sono partite le prime 30 lettere disciplinari inviate all’Ufficio provvedimenti del Comune. E dopo le ispezioni nei confronti dei vigili volute dal ministro Madia e l’inchiesta avviata dal Comando della Lupa, ieri anche la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per far luce sulle assenze di San Silvestro, dopo l’esposto del Codacons. In questo quadro oggi si riapre il confronto tra Comune e sindacati sul salario accessorio.
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