terrorismo
10:26 pm, 7 Gennaio 15 calendario

L’allarme terrorismo è tornato al massimo

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’allerta terrorismo è alta da oltre un anno, il livello di addestramento dei potenziali attentatori è sempre crescente, e l’Occidente deve essere meno distratto. Lo spiega Andrea Plebani, ricercatore dell’Ispi e dell’Università Cattolica di Milano.
L’attacco di Parigi non sembra opera di ‘lupi solitari’.
Se per ‘lupo solitario’ intendiamo un individuo che si autoradicalizza e si autoaddestra per poi colpire da solo, in modo artigianale, evidentemente no. Si tratta di un’azione ben organizzata da più persone. Però non possiamo sapere se gli attentatori siano direttamente affiliati a un gruppo come al-Qaeda o lo Stato islamico. Oggi non è indispensabile un ordine da parte di una organizzazione: i jihadisti hanno segnato il solco, hanno dato l’esempio e indicato gli obiettivi, qualunque gruppo ora può agire in quel percorso in nome di quella ideologia.
L’allerta terrorismo è più alta in Europa?
In realtà è oltre un anno che l’allarme terrorismo è altissimo. In Francia ci sono stati altri episodi nelle scorse settimane. Certo l’attacco parigino rappresenta un innalzamento del livello di scontro, l’obiettivo scelto è altamente simbolico. Inoltre il reclutamento di cittadini europei tra i jihadisti crea l’allarme dei combattenti di ritorno, addestrati, motivati, e con una conoscenza del mondo occidentale che i primi gruppi jihadisti non avevano.
I terroristi sembrano mostrare un livello di addestramento molto elevato.
Non sono ultimi arrivati o gente che ha agito di impulso. Sono stati uccisi anche agenti di polizia. Il livello di capacità mostrato sembra essere più elevato di quello cui siamo abituati. Le occasioni di addestramento al jihadismo globale non mancano. 
Come può reagire l’Europa?
Non solo in modo militare. Serve dialogo, educazione, sviluppo economico, cultura, per contrastare i modelli radicali. E non bisogna essere distratti di fronte ai focolai di instabilità e guerra che vanno dal Nord Africa all’Asia centrale.
OSVALDO BALDACCI

7 Gennaio 2015
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