Russell Crowe regista “gladiatore”

CINEMA E l’ex gladiatore andò alla guerra. Per Russel Crowe era una necessità questo racconto  di un padre in cerca dei figli dispersi durante la Prima guerra mondiale, così come era una necessità il debutto in regia con “The Water Diviner” che da giovedì sarà sui nostri schermi. «È una storia di perdono e di amore. Un amore che spinge un uomo alla ricerca dei suoi figli con sovrumana forza e determinazione», spiega il regista.
Il tutto è partito dal progetto di ricerca sulla storia australiana di Andrew Anastasios che ha scoperto una missiva di Cyril Hughes, colonnello della Commissione Imperial War Graves incaricato di ripristinare l’ordine nel campo abbandonato di Gallipoli, dopo la fine della guerra: «Nella missiva una riga ha colpito l’attenzione di Anastasios», spiega Crowe, «Un vecchio da solo è riuscito ad arrivare qui dall’Australia, per cercare la tomba di suo figlio. Il film parte da qui”.
Ma com’è il Russell Crowe regista? Molto esigente verso gli attori non meno che verso se stesso, tanto che prima dell’inizio delle riprese, li ha riuniti nella sua fattoria in Australia, sottoponendosi e sottoponendoli a un  allenamento fisico durissimo. «Quasi militare»,  dice Crowe, che ha chiesto loro tre cose: «Collaborazione, lavoro su dettagli e implacabilità, perché sapevo che era fondamentale metterli sotto torchio per farli davvero sentire come i personaggi che interpretavano e per farli concentrare sul loro ruolo. Ma ho preteso da loro le stesse cose che faccio io quando mi preparo per un film. Anche 50 chilometri in bicicletta, lunghe cavalcate, addominali e pesi».
Confermano gli attori per i quali è stato «come trovarsi dentro un duro reality in cui lui era il capo e la guida. Abbiamo spinto il nostro fisico al massimo», racconta Ryan Corr, uno dei protagonisti, «alzando sempre più l’asticella seguendo Crowe come un leader. Pensavamo in tanti di essere allenati e adeguati, ma non lo eravamo abbastanza».
SILVIA DI PAOLA
SILVIA DI PAOLA