Capodanno col Pifferaio e le marionette dei Colla
TEATRO Le “teste di legno” tornano in scena. E stavolta lo fanno con “Il pifferaio magico”, un allestimento recente della Compagnia Carlo Colla. Lo ha scritto infatti nel 1997 Eugenio Monti Colla (che ne ha curato anche la regia) traendolo dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm. Dopo il debutto milanese, lo spettacolo è stato a lungo in tournée in Italia e in Francia, ovunque accolto con grande favore.
Metafora? Percorso poetico? Suggestione onirica? Forse “Il Pifferaio magico” vuole essere un po’ di tutto questo.
La storia ricalca quella della fiaba, ma con alcune “licenze” nella trama e nel ritratto di certi personaggi.
La vicenda, ad esempio, è a lieto fine: il pifferaio riporta indietro tutti i bambini che aveva sottratto e la particolarità della sua magia non sta tanto nel prodigio che compie, ma nel fatto che riesce a far cambiare atteggiamento e mentalità agli abitanti del villaggio. Se costoro in un primo tempo scacciano Hans, il poeta, il sognatore, il perdigiorno che parla con gli animali e gioca con i bambini, alla fine dovranno acclamarlo: dopo che sarà stato nominato dall’imperatore poeta di corte tutti, magicamente, devono riconoscerne il pieno reintegro nella comunità.
Anche in questo caso la messinscena è grandiosa: le marionette sono 120 e addirittura 350 i topi che in una scena spettacolare si gettano nel fiume seguendo la melodia del pifferaio.
Grande cura, come sempre, nella fattura dei costumi, nelle scene, nell’attrezzeria, tutte costruite ex novo nei laboratori della compagnia.
Le musiche sono state commissionate a Danilo Lorenzini – coadiuvato da Guseppe Azzarelli -, docente al Conservatorio di Milano.
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