Milano/Teatro
2:37 pm, 19 Dicembre 14 calendario

Elfo Puccini, tre debutti per Santo Stefano

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Tre debutti per le feste al Teatro Elfo Puccini. Dal 26 dicembre infatti se la Sala Bausch ospita “Shakespeare a merenda” scritto, diretto e interpretato da Elena Russo Arman (il 26 dicembre e la domenica lo spettacolo va in scena alle 15.30, dal martedì al sabato alle 19.30), la stessa giornata la Sala Fassbinder accoglie un doppio appuntamento con il duo Paolo Faroni & Fabio Paroni in “Grasse risate, lacrime magre” (mart – sab ore 21.00; 26 dicembre e domenica alle 17.00) e con Generazione Disagio che presenta “Dopodichè stasera mi butto” (mart – sab ore 22.30; 26 dicembre e domenica alle 18.30).
ELENA RUSSO ARMAN – Shakespeare a merenda
La prima nazionale è scritta, diretta e interpretata da Elena Russo Arman e resterà in scena fino al 4 gennaio. 
Alla corte di Elisabetta I d’Inghilterra c’è grande attesa per il nuovo spettacolo di Sir William Shakespeare in scena al Globe, il famoso teatro di Londra, davanti ad un pubblico variopinto ed entusiasta. Il più grande interprete del teatro elisabettiano, Mr Goodwin, è appena entrato in scena tra le grida e le ovazioni del suo pubblico adorante. Nessuno sa che dietro le quinte, la sua piccola sarta tuttofare, Mary, ha seguito ogni prova, cucito ogni abito, pettinato, truccato e sistemato il grande attore affinché egli possa interpretare magistralmente il ruolo di Giulietta.
Questo fa Mary prima di ogni spettacolo e anche se il suo sogno è interpretare la parte di Giulietta che ormai conosce a memoria, sa di non poterlo fare perché è una donna, e le donne non possono recitare.
Ma Mary ha un segreto: quando si ritrova sola, in camerino, lontana da occhi indiscreti, indossa un costume e si diverte a dar sfogo alla sua passione. Ben presto il suo gioco è destinato a interrompersi, Mary deve tornare al lavoro ma continuerà a sognare di poter recitare, e chissà che un giorno non troppo lontano questo sogno potrà avverarsi…
Attraverso lo sguardo ironico e scanzonato di Mary, Elena Russo Arman offre agli spettatori grandi e piccoli un modo diverso di scoprire il gioco teatrale, i mestieri di chi sta “dietro le quinte”, la magia del palcoscenico. È un testimone privilegiato che, da un punto di osservazione particolare – un camerino ingombro di costumi, parrucche, manichini, teschi, spade, pugnali e oggetti di ogni tipo – rievoca i più celebri successi del Bardo, le scene più commoventi e quelle più divertenti e “spettegola” sui protagonisti della compagnia del Lord Ciambellano, con cui lavora ogni giorno. Così ripercorre le storie affascinanti ed eterne raccontate da Shakespeare, storie “da grandi”, che da secoli fanno sognare spettatori di tutto il mondo e di tutte le età.
GENERAZIONE DISAGIO – Dopodiché stasera mi butto
Lo spettacolo del collettivo formatosi nel 2013, a partire da un’idea di Enrico Pittaluga, per dare voce a una generazione di mezzo altrimenti non rappresentata, vanta al suo attivo il titolo di vincitore del concorso Giovani Realtà del Teatro 2013, la menzione speciale della giuria al premio Scintille 2013 di Asti Teatro  ela menzione speciale della giuria al premio Intransito (Teatro Akropolis 2013). 
«Sappiamo chi sei. Tu sei un disagiato. Lo sai tu e lo sappiamo anche noi. Sappiamo quante energie sprechi per non farlo vedere. Fratello disagiato, basta: il disagio non è un ostacolo sulla strada, il disagio è la strada. Non cercare di cambiare te stesso. Non cercare di apparire migliore. Accettati come sei: pigro, inetto, inconcludente, dispersivo, vile. Noi ti vogliamo bene così. Noi siamo qui per aiutarti. Siamo portatori di un messaggio universale che si esprime attraverso la pratica delle tre “d”: distrazione, disinteresse, disaffezione».
Generazione Disagio mette in scena una visione ribaltata della realtà, un cinico e spassoso gioco dell’oca che mira all’annullamento. Crisi, voglia di cambiamento, precarietà, suicidio? Invece lottare o cercare di risolvere i problemi, il pubblico viene invitato a scaricare rabbia, frustrazione, depressione, angoscia su un attore che è un giocatore-pedina.
«Lo sappiamo che la vita è dura, che c’è crisi, che c’è lo spread. E allora? Dopodiché? Cosa vogliamo fare? Un nuovo partito che entra in parlamento? La rivoluzione? Morire per difendere un albero in Turchia? No! E allora cosa ci rimane? il suicidio? Si! Ma per ridere! Gioca anche tu a Dopodiché: riversa i tuoi problemi su un personaggio del gioco e portalo al suicidio. I tuoi problemi moriranno con lui e la mattina dopo il tuo quotidiano cucchiaino di merda sarà più dolce. Dopodiché: l’emozione di vincere, perdendo la vita!».
COMPAGNIA BLUSCLINT – Grasse risate, lacrime magre!
A grande richiesta torna lo spettacolo che ha aperto la scorsa edizione di “Nuove storie”: uno sberleffo ai luoghi comuni del mondo del teatro e ai suoi stereotipi, in quattro quadri, più prologo ed epilogo.
“Grasse risate, lacrime magre!” è un gioco al massacro sul teatro, il secondo mestiere più vecchio del mondo, ma molto meno redditizio del primo… Una girandola di battute su malesseri e disagi di quello che alcuni chiamano lavoro, nella speranza che un giorno ci sia un posto fisso anche per loro.
Quattro quadri che vivisezionano allegramente il mestiere dell’attore, per raccontarlo a chi non lo vive e rivelare quante connessioni vi sono con altri ambiti lavorativi:
COMICI (MICA DA RIDERE): una coppia di giovani comici alle prese con il debutto televisivo in un’importante trasmissione di cabaret.
COLLOQUIO DI LAVORO: un regista neodiplomato e pieno di entusiasmo si reca dal direttore artistico di un circuito teatrale lombardo a presentare un progetto per la messa in scena di un testo di un autore olandese contemporaneo con attori altrettanto giovani e volenterosi.
AI CONFINI DELLA REALTÀ: due vecchi compagni di liceo si incontrano alla fermata del tram e si raccontano quello che hanno fatto nella vita: uno è diventato attore di teatro e l’altro dentista. Soltanto che, nel “mondo” in cui vivono, i luoghi comuni di entrambe le professioni vengono ribaltati.
UN TRISTE ADDIO: una coppia di attori si divide perché uno dei due, assentatosi per mesi, si è sposato. Il dramma di dover scegliere tra una famiglia, una vita comoda e un’esistenza senza punti fermi e perlopiù solitaria.
Blusclint nasce dall’incontro tra Paolo Faroni e Massimo Canepa, due giovani ospiti di un centro di salute mentale. Si sono divertiti così tanto che, dopo anni di cure e lavori teatrali in proprio, hanno deciso di unire forze e amici invisibili. Dagli psicofarmaci al teatro il passo è breve: nel maggio 2010, con lo spettacolo Woof! Un melòpunk, sono tra i vincitori della rassegna torinese Rigenerazione e due anni dopo ottengono il tutto esaurito al Torino Fringe Festival. Nel 2012 vincono il bando Sistema Teatro Torino con il progetto Hamlets. Nell’aprile scorso ha debuttato la nuova produzione Apocalypse Wow!.
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19 Dicembre 2014
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