Caro Babbo Natale, ecco i regali che vorrei
È tempo di e-mail, forse, più che di letterine. In fondo è la scelta più ecologica: un modo per sentirsi più buoni sotto Natale e, di conseguenza, meritevoli di doni e attenzioni. Quindi, caro BabboNatale@Lapponia.com eccomi a farti una breve lista di quello che vorrei e, soprattutto, di quel che non vorrei. Perché va bene essere più buoni, ma se mi ritrovo sotto l’Albero il cofanetto dei Modà non rispondo delle mie azioni. In fondo i miei desideri sono pochi: uno smartphone che non si scarichi a mezzogiorno, meno tasse (che a dicembre fra imu, tasi, irpef, acconto iva e ultima rata annuale della previdenza sociale il primo a non poter fare regali sarò io) e buste della spesa più resistenti al supermercato (che di vedere il pranzo di Natale andare in frantumi dopo aver fatto dieci passi dalla cassa solo perché ormai per 15 centesimi al posto delle buste ti spacciano dei veli trasparenti a squarcio programmato potrebbe rovinarmi l’umore fino all’Epifania).
Il discorso si fa un po’ più complesso sui regali che non vorrei. Tenderei, pertanto, a chiederti di evitare accuratamente: l’ultimo libro di Vespa, il bastone per farsi i selfie, le compilation di Gigi D’Alessio, i braccialetti di Barbara D’Urso. Più in generale vorrei trovare sotto l’albero meno qualunquismo dilagante e più spirito critico. A proposito: perché non ti apri un canale YouTube per spiegarci i 10 comandamenti? Di questi tempi va di moda. E il tuo collega Gesù Bambino non avrebbe nulla in contrario.
MATTEO GRANDI
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