Calano risorse e iscritti Università al collasso
ROMA L’Università è una risorsa che genera risorse, ma in Italia questo concetto non è passato. Lo denuncia il Consiglio Universitario Nazionale nel convegno che ha tenuto ieri al Senato.
Il nostro Paese è arretrato fino al 32° posto su 37 Paesi OCSE per spesa di istruzione universitaria e alta formazione professionale rispetto al Pil, e come conseguenza abbiamo la più bassa quota dei laureati di età 30-34 anni. Il nostro Paese investe l’1,0% del PIL nel sistema universitario, contro la media UE dell’1,5% e dell’OCSE dell’1,6%.
E non si vedono miglioramenti: prosegue infatti il calo di iscrizioni: meno cinque per cento nell’ultimo anno. Dei manager italiani solo il 24% è laureato, il 48% è diplomato, il 28% ha titoli inferiori. Nel 2012 nella media dell’Unione europea vi erano oltre 36 laureati ogni 100 abitanti. Da noi lo sono il 22,3%, nel Regno Unito lo sono il 45%, in Francia il 42,9%, in Spagna il 39,3%.
Il calo degli investimenti è sensibile: ad esempio drastico il taglio in due anni delle borse di studio, gli studenti che ne godono sono scesi dall’86% al 69% degli aventi diritto.
Ma è anche la burocrazia a rappresentare una pietra al collo del sistema universitario. Solo negli ultimi 4 anni sono stati emanati 157 regolamenti nuovi che si accavallano: 16 Leggi, 14 Decreti legislativi, 9 Decreti del Presidente della Repubblica, 9 Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e 109 Decreti Ministeriali. Bisogna affrontare 32 adempimenti di legge solo per comprare semplice attrezzatura per le aule o i laboratori.
L’obiettivo del convegno del Cun era evidenziare il ruolo e le potenzialità dell’Università e della Ricerca, quali «risorse capaci di generare risorse». Una giornata per comprendere quale Università voglia l’Italia. «Università e ricerca non più come settori, ma infrastrutture essenziali alla crescita e allo sviluppo, motore di relazioni e di interazioni fra i diversi contesti e perciò meritevoli di essere attratte al centro delle politiche pubbliche generali», ha affermato Andrea Lenzi, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale.
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