DELITTO GARLASCO
8:26 pm, 17 Dicembre 14 calendario

Alberto Stasi condannato a 16 anni di carcere

Di: Redazione Metronews
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MILANO Dopo due assoluzioni, Alberto Stasi è stato condannato invece a 16 anni di reclusione dalla prima Corte d’assise d’appello di Milano per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto del 2013 a Garlasco, nel pavese. Lo studente bocconiano era stato assolto in primo e secondo grado, ma la Cassazione ha disposto un nuovo processo che si è concluso con la condanna.
L’accusa aveva chiesto 30 anni
L’accusa aveva chiesto 30 anni, ma nel commisurare la pena i giudici dell’appello bis non hanno riconosciuto al giovane l’aggravante della crudeltà che era stata sollecitata dal pg e hanno considerato le  attenuanti equivalenti alle aggravanti. I giudici sono partiti dalla base di 24 anni che è il massimo previsto per l’omicidio quando non esistono aggravanti. Considerato lo “sconto” di un terzo per il ricorso al rito abbreviato si arriva ai 16 anni.
La famiglia di Chiara gioisce
Mentre la famiglia di Chiara gioisce («siamo soddisfatti, non abbiamo mai mollato»), il giovane Stasi è «sconvolto». Lo hanno riferito i suoi legali. Secondo l’avvocato Fabio Giarda «è una sentenza che non ha senso, ispirata al principio “poca prova, poca pena”». Ma il sostituto pg Laura Barbaini, nella sua requisitoria, aveva affermato che Stasi è il «soggetto verso il quale convergono tutti gli elementi indiziari positivi e non negativi». Secondo il pg, l’imputato ha «colpito più volte Chiara sfondandole la calotta cranica» e ha gettato il suo «corpo inerte giù dalle scale della cantina con massimo dispregio, privo di qualsiasi pietas, volendosi in qualche modo liberare con rabbia di quel corpo». L’indizio più potente a carico di Stasi, secondo Barbaini, è che c’erano remote possibilità per lui di non sporcarsi le scarpe col sangue della vittima sparso nella villetta di via Pascoli. Lo ha certificato una nuova perizia disposta dalla Corte. Invece il ragazzo arrivò in caserma con un paio di scarpe immacolate. Per l’accusa non poteva non aver calpestato il sangue di Chiara.
METRO

17 Dicembre 2014
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