Contratti a termine i più gettonati
ROMA «Il sistema di incentivi per l’occupazione a termine non crea occupazione a tempo indeterminato: allo scadere degli stessi il più delle volte cessano anche i rapporti di lavoro». A dirlo la Fondazione studi dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che ha analizzato i dati elaborati da Reforming.it, per conto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, per intercettare la reale esigenza delle imprese di incrementare il personale dipendente.
«Il successo delle assunzioni a termine -rileva la Fondazione Studi- premia la tutela normativa che le stesse riservano alle aziende. Dalla legge 92 del 2012 alla legge 78 del 2014, il contratto a termine ha avuto un restyling normativo che concede, ora, ai datori di lavoro la certezza che osservando le regole diminuisca l’ipotesi di contenzioso con il dipendente all’atto della cessazione del rapporto di lavoro. L’incentivo normativo, inteso quale determinatezza della tipologia contrattuale con vincoli e responsabilità ben precise e bene evidenziate, supera di gran lunga quello economico nell’appeal delle aziende che ancora assumono».
Anche il contratto di apprendistato -sottolinea lo studio – registra valori di crescita a saldo positivo, anche se sono ancora pochi i contratti attivati nonostante la volontà di vedere nell’apprendistato, come avviene nel resto d’Europa, la porta di ingresso nel mondo del lavoro. Un freno è rappresentato, sicuramente, dall’autonomia delle singole regioni nel legiferare su elementi determinanti del contratto di apprendistato. Questo crea un sistema di norme, che scoraggiano le imprese.
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