MAFIA CAPITALE
10:28 pm, 4 Dicembre 14 calendario

Ora su Roma lo spettro del commissariamento

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Una cosa mai vista prima». Così il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro commenta le dimensioni dell’inchiesta Mondo di Mezzo, che ha scoperchiato gli intrecci tra criminalità, affari e politica nella capitale d’Italia. «Stiamo vagliando le 1.200 pagine dell’ordinanza. Valuteremo se sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose e riferiremo al ministri dell’Interno» ha detto ieri Pecoraro dopo un incontro con il sindaco di Roma Ignazio Marino. Al quale il prefetto ha paventato la necessità di girare scortato. «È una decisione difficile, per ora è importante fare piena luce sui fatti. Per questo ho chiesto al prefetto di dare la massima disponibilità e tutti gli strumenti utili per liberare Roma dalla criminalità» ha commentato Marino.
Il Pd romano sotto tutela
La giornata è stata scandita anche dall’incontro tra il presidente Dem Matteo Orfini e il primo cittadino. «Escludo il commissariamento del Comune, sarebbe un favore alla mafia, un ostacolo al cambiamento in atto, ma è certo che il Pd romano è stato permeabile alle infiltrazioni mafiose, ha spiegato Orfini. Marino ha incontrato anche il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, assieme all’assessore capitolino al Bilancio silvia Scozzese. Il sindaco invierà allo staff di Cantone tutti gli appalti sospetti. E sul fronte della trasparenza ieri il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato la sospensione di tutte le gare d’appalto che riguardano la Regione, visto che il gruppo capeggiato da Carminati, secondo le indagini, aveva messo gli occhi anche su quelle.
Carminati temeva l’arresto
L’ex Nar Massimo Carminati, considerato dagli investigatori il capo della “cupola” romana, temeva l’arresto nei giorni precedenti la sua cattura, tanto da limitare al minimo la permanenza nella sua abitazione a Sacrofano e l’uso del cellulare. Sul fronte investigativo ieri Nadia Cerrito, segretaria del ras delle coop sociali Salvatore Buzzi, ha ammesso davanti al Gip di aver gestito il libro mastro sul quale erano annotate le presunte tangenti spiegando che i soldi erano elargiti da Buzzi.
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4 Dicembre 2014
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