ROMA CRIMINALE
9:50 pm, 2 Dicembre 14 calendario

Mafia Capitale, terremoto politico in Campidoglio

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA Ci ha pensato la macchina giudiziaria a dare un’ulteriore accelerata a quel rimpasto del quale si parla da settimane: il presidente del consiglio Comunale Mirko Coratti e l’assessore capitolino ala Casa, Daniele Ozzimo, si sono dimessi dai loro incarichi. Figurano entrambi tra gli oltre 100 indagati nell’inchiesta sulla «Mafia Capitale» (come l’ha definita il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone) ed entrambi si sono dichiarati estranei ai fatti.
Sodalizio trasversale
L’inchiesta ha individuato come l’organizzazione mafiosa capeggiata da Massimo Carminati avesse ramificazioni trasversali nella politica romana: tra gli indagati ci sono infatti Eugenio Patanè (Pd) e Luca Gramazio (Fi), ex consiglieri capitolini oggi alla Pisana. Anche loro reclamano la loro innocenza.
L’affaire immigrati
Indagato risulta anche Luca Odevaine, ex capo di gabinetto della giunta Veltroni, poi direttore extradipartimentale di polizia e Protezione civile della Provincia. L’indagine ha ricostruito i rapporti tra lui e uno degli arrestati, Salvatore Buzzi, dirigente di cooperative operanti nel sociale. Quest’ultimo, stando all’inchiesta, aveva un ruolo chiave nella gestione di campi rom e centri di accoglienza per rifugiati (oggi al centro di accese battaglie da parte dei cittadini di diversi quartieri) stabilendo dove e come dovessero essere allestiti.
E nelle oltre 1.200 pagine dell’ordinanza emerge come il gruppo criminale ricompensasse la politica locale, con alcuni degli amministratori a libro paga, o con i finanziamenti diretti o indiretti, come quelli che sarebbero pervenuti alla fondazione dell’ex sindaco Alemanno.
L’ex primo cittadino: “Estraneo ai fatti”
«Chi mi conosce sa che organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre combattute a viso aperto. Sono sicuro che il lavoro della magistratura, dopo queste fasi iniziali, si concluderà con un pieno proscioglimento nei miei confronti». L’ex sindaco Alemanno non ci sta ad essere accostato a nomi e fatti che fanno rabbrividire. E come ha spiegato il procuratore capo di Roma, la sua posizione è tutta da vagliare.
Certo, le carte inchiodano tanti suoi fedelissimi. Come l’ex capo di gabinetto capitolino Antonio Lucarelli: in un’occasione è lui stesso a precipitarsi da Salvatore Buzzi (referente per le coop sociali nel gruppo di Carminati) per far sbloccare un finanziamento in suo favore. E ancora, l’ex ad di Ama Panzironi, vicino ad Alemanno. Sotto la sua dirigenza il sodalizio criminale piazza, con un provvedimento firmato dall’ex sindaco, un legale voluto direttamente da Carminati, che sceglie anche il direttore generale e un altro dirigente. E sono almeno due gli appalti sospetti concessi da Ama nel 2011 per la differenziata e per la raccolta delle foglie.
C’è poi Riccardo Mancini, già ad di Eur S.p.a., legato ad Alemanno anche per la comune militanza politica, e indagato assieme a lui per la maxi tangente sui bus del corridoio Laurentino. Gli inquirenti lo indicano come «pubblico ufficiale a libro paga» del sodalizio criminale. Aveva un ruolo chiave, secondo le indagini, nel pilotare appalti in favore di imprese vicine a Carminati.
METRO

2 Dicembre 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo