Farmaci
5:11 pm, 26 Novembre 14 calendario

Le nuove armi per la lotta all’Epatite C

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA Un bersaglio mobile da colpire con più colpi e in più punti. É il virus dell’epatite C che per la sua capacità di muoversi velocemente é fra i più difficili da sconfiggere. Da qui la difficoltà di creare un vaccino. Per questo si guarda agli orizzonti sempre più vicini dei nuovissimi farmaci di seconda generazione che possono garantire in pochi mesi risultati di piena guarigione. Sono i farmaci cosiddetti interferon free, che  annullano i tanti effetti collaterali della vecchia terapia con l’interferone assai pesante da sostenere per tutto il carico di sintomi da influenza cronica, ovvero spossatezza, dolori muscolari e dintorni. Sono stati loro i protagonisti dell’ultimo Meeting annuale dell’American Association for the Study of the Liver Diseases di Boston. Dopo il principio attivo del Sobufuren, balzato agli oneri della cronaca per il suo costo salatissimo e la pressante richiesta dei pazienti, arriva un altro superfarmaco. Ad essere precisi é un farmaco in 3D, perché per fermare l’irrequieto virus combatte   su 3 fronti. In pratica si compone di tre principi attivi che agiscono in più parti del virus. Che in termini di tempo si traduce in 12 settimane come sottolinea il Programma di Sviluppo Clinico dei Trattamenti anti-Hcv di Abbvie condotto su oltre 2 mila pazienti in 25 paesi, anche i più difficili da trattare come i cirrotici. Autorizzato dall’Aifa per l’uso terapeutico, il farmaco tridimensionale (di cui una componente è prodotta completamente in Italia, nella provincia di Latina) ha appena ricevuto l’autorizzazione europea dell’Ema ed é in attesa della rimborsabilità a livello nazionale. Passaggi che nel concreto si traducono in un gran numero di persone che guariranno da una patologia virale ancora molto minacciosa. Che con la diffusione capillare delle nuove terapie avrebbe i minuti contati. Secondo le ultime stime, negli Usa l’epatite C potrebbe sparire nel giro di 3 anni. E noi? «Siamo ancora indietro – commenta l’epatologo Antonio Craxì- se si pensa che un farmaco che ha confermato la sua efficacia di guarigione completa nel 95-98% di casi in primis sarà riservato solo ai pazienti con la malattia in fase avanzata. E per questo l’effetto verrà molto ritardato».
Il contagio: ecco come si trasmette il virus
Non attraverso le trasfusioni di sangue che oggi sono sicure perché super controllate. Attenzione invece agli aghi infetti per tatuaggi e piercing. A livello nazionale ci sono più casi al sud. Nel mondo il Paese più colpito é l’Egitto.
Manca un piano nazionale
Malati sempre in attesa di attenzione. In Italia manca ancora sia un censimento dei pazienti sia un registro per la gestione delle epatiti. L’allarme arriva da Alleanza Contro l’Epatite: «Senza un piano nazionale e un fondo dedicato per la cura dei pazienti è impossibile garantire l’accesso ai nuovi farmaci e pianificare campagne di screening e prevenzione».
LUISA MOSELLO

26 Novembre 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo