Scuola
11:40 am, 21 Novembre 14 calendario

“Caro Matteo Renzi, la Buona Scuola esiste già”

Di: Redazione Metronews
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Caro Matteo Renzi,
Eco mediatica, è cominciata così
All’inizio del suo interesse verso il nostro settore abbiamo assistito a grandi sbandieramenti sul ruolo fondamentale della scuola e dei docenti, con un’enfasi che è parsa a taluni perfino eccessiva. Quando la platea è stata sufficientemente riscaldata, ai primi di settembre, Lei, Signor Premier, si è rivolto direttamente a NOI e ci ha mostrato il Suo Ricettario (così viene chiamata la riforma “Buona Scuola”). Un ricettario che però non ci è parso idoneo a rappresentare il modello rivoluzionario di linee- guida a cui dovrebbe ispirarsi la Nuova Scuola, ma che, tuttavia, veniva imposto con modi suadenti, quasi fosse l’unica cura appropriata, alla quale neppure chi, consapevolmente, ne percepiva l’inadeguatezza, poteva sottrarsi.
Volendo fare un paragone azzardato, abbiamo avuto la sensazione d’essere trattati come bambini ai quali viene somministrata una pietanza con l’odore tipico della mensa d’asilo d’altri tempi, servita nella ciotola e imboccata da una mano decisa che incalza con voce suadente “mangia la pappa, è buona” mentre spinge la forchetta nella gola.
Rappresentando allegoricamente la situazione, da una parte, Lei, con il suo Ricettario, proteso insistentemente nel volerlo far deglutire ai suoi destinatari quale medicina portentosa, e, dall’altra parte, le labbra serrate di docenti e studenti, di tanta parte del Popolo italiano che si rifiutano di ingoiarne il contenuto.
Ai docenti recalcitranti la minestra preparata non piace, perché ritengono che sia salutare solo per le finanze italiane, ma non buona per loro ai quali, al contrario, procura molto danno, permettendo di risparmiare al massimo sulla voce di bilancio “SCUOLA”, depauperandoli ulteriormente rispetto all’attuale già misera retribuzione che, a livello Europeo, li classifica fra i più malpagati.
A tal proposito, ci permettiamo di sottoporLe qualche esempio, raffrontando la nostra retribuzione con gli stipendi europei: Scuola secondaria di secondo grado: Il docente spagnolo, dopo 9 anni di servizio, guadagna circa 1.900 netti euro al mese (erano 2.000 prima dei tagli del governo Rachoy); l’italiano, pari anzianità, circa 1.300; Il collega francese, dopo 15 anni di servizio, guadagna circa 2.300 euro netti al mese; l’italiano , pari anzianità, circa 1.600; il collega tedesco, dopo 20 anni di servizio, guadagna circa 3.500 euro netti al mese; l’italiano , pari anzianità, circa 1.600; il collega tedesco prima della pensione guadagna circa 4.100 euro netti al mese; l’italiano, pari anzianità, circa 1.900.
Ma la nostra non è certo l’unica valutazione negativa sulla Sua Riforma della Scuola, si sono già espresse voci altisonanti di studiosi, ma fra queste vogliamo qui citare quella di Ferdinando Imposimato, che così scrive: “La riforma scolastica non va bene perché lascia le cose come stanno sul piano delle inadeguate retribuzioni ai docenti. il Pres Renzi deve da subito garantire stipendi adeguati ai professori per rispettare la loro dignità e il loro diritto a migliorare le loro conoscenze, senza attendere prove di merito o di demerito . Questo del merito è un modo per eludere il dovere di assicurare ai professori una retribuzione in grado di garantire una vita libera e dignitosa ( art 36 Cost). Il primo criterio obiettivo di valutazione deve essere quello della anzianità come avviene in tutti i paesi del mondo. Il merito viene dopo e non deve essere usato per favorire il clientelismo, l’arbitrio e il nepotismo, come è avvenuto in diverse Università. Dobbiamo stare in guardia dall’autonomia nella valutazione che si trasforma in arbitrio e nell’ ingiustizia verso i non protetti da lobbies e sindacati. Che hanno portato in cattedra autentici somari “.
Ma veniamo ad altri punti di critica sui tagli de «La Buona Scuola»: Lei proclama che diventeremo “la locomotiva d’Europa”, proprio grazie alla Scuola, nel frattempo però, non solo non fa nulla per migliorare il quadro sopra esposto, ma addirittura lo peggiora, e circa 300mila persone hanno già firmato per rammentarLe che il nostro contratto è scaduto, che gli scatti di anzianità sono fermi e che fino al 2019 non ci saranno aumenti di stipendio. Pensi alla Germania, ma anche agli altri stati d’Europa, quelli di cui noi, a suo dire, saremo in un imminente futuro la locomotiva, anziché il vagone di coda. 
A pagina 54 del documento denominato “La Buona Scuola (in 12 mosse, ndr)”, si legge: “a fine carriera, i docenti migliori potranno arrivare a guadagnare circa 9 mila euro netti in più all’ anno rispetto al loro stipendio di base, cioè circa 2 mila euro netti in più di quanto guadagnerebbero a fine carriera con il sistema attuale.” Ma la tabella stipendiale allegata appare affetta da errori e neppure di immediata e facile comprensibilità, tanto da poter arrivare a far credere agli “stakeholders” che, ad esempio, un docente di scuola secondaria, con 9 anni di anzianità, guadagni la bellezza di 39.000 euro, lordi. La realtà invece è che mensilmente sono 1300 euro netti, una cifra ingiustamente esigua, persino se comparata con i 1900, netti, del docente spagnolo di pari anzianità e grado. Non azzardiamo nemmeno confronti con i docenti francesi o tedeschi, davvero impietosi, per noi. Per tutti questi motivi, il sospetto di trovarsi di fronte a un progetto per noi insegnanti e per la Scuola in generale, «nefasto», per quanto ben presentato e ben catalizzato mediante l’uso di un linguaggio amichevole e accattivante, resta molto difficile da scacciare.
Dopo le 136 pagine di lettura, che ad un occhio disincantato, come il nostro, rendevano già evidente il quadro, abbiamo letto i dibattiti, le analisi e le simulazioni: ad esempio quelle sui cc.dd. “scatti di competenza meritocratici”: la «carota» dei 60 euro per il 66% dei cavalli di razza; il «bastone» della permanenza ai blocchi di partenza per i somari del 34%.
Tutto molto chiaro sin da subito, anche senza aspettare il DEF di fine settembre e la legge di stabilità di fine ottobre: tagli, tagli e ancora tagli. I dati grezzi, nella loro potenza espressiva fatta di sintesi e univocità , non mentono mai. Davanti ai dati, qualunque altra considerazione è destinata a soccombere e ad essere smentita.
“La Buona Scuola” già esiste!
Il Suo opuscolo inizia spiegando che “All’Italia serve una buona scuola che sviluppi nei ragazzi la curiosità per il mondo e il pensiero critico”: perché, finora che cosa è stata, la Scuola? Ci sarebbe da adirarsi, e non poco, di fronte al pensiero che Lei ritenga l’attuale scuola non “buona” e non in grado di stimolare curiosità e formare pensiero critico; forse non sa che le scuole sono già “i luoghi dove si pensa, si sbaglia, si impara”?
Parla di INVESTIMENTO DI TUTTO IL PAESE su se stesso, ma in realtà ci blocca in un patto inaccettabile e ingiusto, sia nel confronto con ogni altra carriera professionale del nostro Paese, sia a paragone dei colleghi stranieri. Come pensa di “motivare e rendere orgogliosi coloro che, ogni giorno, dentro una scuola, aiutano i nostri ragazzi a crescere”? Come pensa di “ripartire da chi insegna”?
Esaminiamo ora il Questionario passo dopo passo
Tra di noi qualcuno l’ha compilato; molte persone l’hanno letto, ma non lo compileranno, perché sospettano che il “questionario” serva solo per incrementare gli accessi al sistema e le risposte date nei liberi commenti non vengano considerate; altri ritengono le risposte contenute inidonee ad esprimere il proprio parere: In sintesi: non adatto all’incisività nel contradditorio sulla Riforma.
MOF e Finanziarizzazione della scuola?
Se si traducesse il termine “stakeholder” con la locuzione “portatore di interessi”, interessi intesi come istanze sociali, sarebbe ancora accettabile. Leggendo però il documento c.d. la “Buona Scuola”, si capisce che l’accezione intesa dal Governo è “interessi economici”. Leggiamo a pp 125 e 126, sugli strumenti da usare per “reimpinguare” il MOF esangue: “School Bonus , School Guarantee , crowdfunding”, e, se non bastassero, persino le obbligazioni , i cosiddetti Social Impact Bonds. Che cos’è? Dopo la “finanziarizzazione” della economia, arriva anche la “finanziarizzazione della scuola”?
Scuole di serie A e scuole si serie B
In fatto di attribuzione di risorse, si ribalta la prospettiva di Vales: a pag. 121 “Innanzitutto, un reintegro parziale del MOF potrà essere destinato a quegli istituti che sviluppano pratiche di potenziamento dell’offerta formativa di particolare impatto […] non possiamo infatti permetterci di mantenere il criterio dimensionale (quantità di studenti e organico) come unico indicatore per quantificare e e allocare le risorse destinate alle scuole.”
In parole povere, chi fa meglio verrà premiato. C’è da chiedersi che cosa faranno le Scuole situate nei contesti più disagiati del Paese, quelle in cui ogni giorno si lotta con le unghie e coi denti contro la dispersione, la violenza, la camorra, il malcostume, la povertà economica e culturale.
Assunzione dei precari
Sappiano bene che presto potrebbe arrivare una maximulta di 4 miliardi di euro, per la mancata assunzione dei precari; Lei lo sa bene, Signor Premier, e lo sappiamo anche NOI. Le risorse necessarie saranno attinte non dai tagli alle partecipate, non dalle slot machine, non dai vitalizi, non dai rimborsi elettorali, non dai tagli degli stipendi dei dipendenti parlamentari, non dalle pensioni d’oro, non dal taglio degli iperstipendi degli alti burocrati; si prendono dai nostri scatti stipendiali! Non vediamo alcun motivo di plauso in questo, né possiamo condividere una tale visione, può capirlo da Sé, se soltanto si pone nei nostri panni per un momento.
Chi siamo, perchè scriviamo
Siamo circa 15.000 docenti nel Gruppo “ROBA DA INSEGNANTI” di Facebook e abbiamo discusso i punti del suo “Ricettario” e ne è scaturita questa lettera; siamo tutti concordi nel ritenere il nostro lavoro non “da sfigati” come ha detto, ma il più alto che si possa compiere nella società: noi formiamo le coscienze, e meritiamo molto più di quanto la Sua Riforma prevede per noi, perché NOI incarniamo le parole che ci ha lasciato un grande Presidente: “Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla” (Sandro Pertini)
AFFINCHÉ QUESTA PROFESSIONE NOBILE “ TORNI AD ESSERE UN SOGNO DI UN RAGAZZO” È URGENTEMENTE NECESSARIO CHE IL NOSTRO CONTRATTO VENGA RINNOVATO E CHE L’ANZIANITÀ DI SERVIZIO VENGA VALUTATA, siamo fermamente convinti che si debba ripartire da questo nodo centralissimo e fondamentale per la nostra dignità.
Il merito
L’esperienza nella nostra professione è fondamentale e Lei sa che in nessun lavoro è negata la progressione di carriera, tranne nel nostro. Se Lei crede che il merito possa essere attribuito nei modi prospettati nel Suo Ricettario, è ben lungi dall’aver compreso di quale lavoro si tratta e tanto più ci meravigliano le Sue scelte, considerando che la Sua gentile consorte è una collega, come Lei ha tenuto più volte a precisare.
Ciò che si prospetta nella Sua “Buona Scuola”, al di là della roboante propaganda, sono le tre “i” della riforma Moratti: inglese, informatica, imprenditorialità. Se questa è la Sua novità possiamo archiviarla come obsoleta, non crede? Proseguendo la metafora alimentare, potremmo definirla una minestra più volte riscaldata, e ci saremmo aspettati invece che premiasse gli insegnanti che negli ultimi decenni si sono formati, adeguandosi a tutte le Riforme proposte e metabolizzando le stesse ricette seppur elaborate nelle diverse varianti di presentazione del piatto.
La valutazione del merito
Lei scrive “Per sostenere questo sforzo di miglioramento dell’offerta formativa occorrono risorse”, ma in realtà le taglia, risparmiando, attraverso l’elargizione di 60 euro a due terzi dei docenti, in base alla valutazione che ne faranno i Dirigenti e i Colleghi, circa 25.000 euro sullo stipendio di ogni docente che non avrà la rivalutazione del proprio servizio, lo sa vero?
Vuole eliminare le graduatorie, le supplenze, ma chi stabilirà se le nuove leve, questa “linfa giovanile” sia in grado di insegnare, senza aver affrontato l’esperienza di un concorso, o la riqualificazione di specializzazioni didattico-educative che noialtri, i “vecchi”, abbiamo affrontato e superato?
Lei non valuta con quale serietà e disponibilità saremmo disposti a farci esaminare affinché possa essere promosso un sistema di merito efficace e non clientelare, in base a un sistema che permettesse davvero una valutazione seria delle nostre competenze.
Le competenze
Qual è la competenza prioritaria che ci riguarda? Saper insegnare. Saper insegnare ad apprendere, attraverso la disciplina che dobbiamo conoscere bene, tramite le strategie didattiche più opportune ad accompagnare ogni discente nel proprio apprendimento, Lei sa che cosa vuol dire? Mi pare difficile, e comunque non in modo diretto perché Lei fa il politico di professione, non l’insegnante: per questo ha chiesto a NOI di spiegarglielo… non è così?
Ecco chi siamo: docenti, che parlano a Lei, come Lei ha chiesto.
Riteniamo il documento la “Buona Scuola” non emendabile, e quindi da rigettare nella sua interezza. Anche gli istituti che appaiono, in teoria, condivisibili, come ad esempio l’organico funzionale, sono poi sviliti e piegati alla sola logica dei tagli.
L’unica vera rivoluzione, Signor Premier, è quella che NOI compiamo quotidianamente, con ciascuno dei nostri allievi: fare il nostro dovere, pur umiliati da chi non sa riconoscere e premiare i nostri meriti.
Giallo Rosso Blu, Gruppo ROBA DA INSEGNANTI

21 Novembre 2014
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