Lavoro
8:09 pm, 19 Novembre 14 calendario

Sul Jobs act siamo alla resa dei conti

Di: Redazione Metronews
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Roma La commissione Lavoro della Camera ha terminato ieri l’esame degli emendamenti al Jobs act e oggi verrà dato il mandato al relatore. Come previsto, quindi, il provvedimento dovrebbe approdare in Aula a Montecitorio venerdì 21 novembre. Ma non tutto sembra filare liscio, sia nei palazzi della politica che nelle piazze. La commissione è stata infatti disertata dalle opposizioni, che affilano le armi per i prossimi giorni. E anche all’interno del Pd i nodi non sono risolti. Pippo Civati nega di essere ad un passo dalla scissione, ma spiega: «Stiamo facendo una battaglia dentro il Pd. Abbiamo un Jobs act invotabile. Poi ognuno prenderà le sue decisioni. Noi abbiamo fatto delle proposte e ci aspettiamo delle risposte. Poi vediamo come qualcun altro voterà».
Pressioni anche da Confindustria
Pressioni di segno opposto giungono al Governo da Confindustria. «Aspettiamo di vedere il testo definitivo perchè di cambiamenti in corsa ne sono stati fatti sicuramente – ha detto il presidente Squinzi – Renzi ci ha fatto rassicurazioni, non ho motivo di dubitare che mantenga le posizioni date in occasione dell’ultima assemblea degli industriali bresciani».
Opposizioni pronte allo scontro
E mentre Cgil e Uil lanciano lo sciopero generale, Sel sfida il Governo a presentarsi in Aula e spiegare «i motivi in base ai quali sostiene che con queste norme l’occupazione dovrebbe aumentare». Il Jobs act «è stato peggiorato dalla cosiddetta mediazione – ha sostenuto il leader di Sel, Nichi Vendola – sono felice che, al netto delle sigle sindacali, l’intero mondo del lavoro si stia ribellando contro questa porcheria». E il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, rincara la dose: «La montagna ha partorito il topolino. Denunceremo agli italiani i trucchi del Jobs act».
Sciopero generale il 12 dicembre
Sciopero generale venerdì 12 dicembre. È la decisione di Cgil e Uil. La Cisl, invece, si smarca e proclama lo sciopero dei soli lavoratori del pubblico impiego per il primo dicembre. «Non commento la decisione di Cgil e Uil – ha detto il ministro del lavoro, Giuliano Poletti – ma, in generale, rispetto alle motivazioni portate sulla legge di Stabilità e sul Jobs act, dico che non ci sono le ragioni per una decisione così importante come lo sciopero generale». A chiudere il cerchio, la decisione di Poletti di non intervenire più al congresso della Uil e i fischi con cui la platea ha accolto l’annuncio. A puntualizzare la posizione della Cisl è stata invece la leader Anna Maria Furlan: «Non ci siamo sfilati. È che non abbiamo mai avuto lo sciopero generale in agenda».
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19 Novembre 2014
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