Israele demolisce le case dei terroristi

GERUSALEMME All’indomani dell’attentato nella sinagoga di Har Nof a Gerusalemme, centinaia di fedeli sono tornati a pregare nello stesso luogo in cui sono stati uccisi i 4 rabbini. La preghiera è stata trasmessa in diretta tv da un Paese scosso dall’ondata di violenze nella Città Santa. Nella notte era morto in ospedale anche il poliziotto israeliano che era rimasto ferito. Benjamin Netanyahu ha riunito per la seconda volta il gabinetto di sicurezza per discutere della situazione.
Il premier israeliano, che ha minacciato il pugno di ferro, ha invitato i leader dei gruppi di opposizione, arabi esclusi, a unirsi in un governo di unità nazionale. Intanto, il rischio che esploda una terza Intifada sembra farsi più concreto. Le truppe israeliane hanno abbattuto la casa del palestinese Abed al-Rahman al-Shaludi che, il 22 ottobre, travolse in auto un gruppo di persone alla fermata del tram e presto sarà la volta di quelle dei due cugini autori dell’attacco in sinagoga. Ieri Papa Francesco è intervenuto sulla strage alla sinagoga parlando di «inaccettabile violenza».
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