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7:55 pm, 19 Novembre 14 calendario

Il Natale terribile di Valerio Mastandrea

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Come sopravvivere al Natale. Tra caccia al cinghiale e riffe selvagge, boscaioli e altoborghesi, suicidi e babbi natali con pistole. A fare a pezzi la santissima festa, i tre  papà di “Boris” Ciarrapico, Torre, Vendruscolo, autori di “Ogni maledetto Natale”, dal  27 novembre al cinema. Straripante il cast: da Corrado e Caterina Guzzanti a Marco Giallini, da Alessandro Cattelan alla Mastronardi, da Pannofino a Valerio Mastandrea che avverte: «Il film non vuole essere un cinepanettone, ma una commedia di Natale, punto. Una commedia a tutti gli effetti. Non bisogna per forza fare qualcosa “anti” e litigare per le briciole del mercato natalizio».
Ma cos’è per lei il Natale, Mastandrea?
Il momento in cui insopportabilmente tutti devono fingere di essere sereni. Il vero problema è il ruolo che hai nella gerarchia, finché sei bambino va bene, poi verso i 15 anni cominci a scalpitare, poi ti stufi. La sola cosa eterna è la difficoltà ad accettare la falsa armonia del Natale.
 E a trovarsi su questo set, con una tale folla di colleghi, come si è sentito?
È stato un po’ come in un buffet assaltato da affamati: ognuno cerca di sopravvivere, di dire la sua battuta e trovare il suo spazio, come quando per arrivare al tavolo dai una spintarella alla vecchia piazzata davanti a te.
Ma Mastandrea si specchia più nel campagnolo o nel borghese?
Nell’uomo rude sicuramente, infatti, mi sono divertito di più nella prima parte, nella trucida famiglia Codardo, era un caos e con la parrucca addosso mi facevo ridere da solo. Nell’altro ruolo, dove sono un figlio di papà convertito che non fa che parlare di Gesù, mi sono divertito molto meno.
SILVIA DI PAOLA

19 Novembre 2014
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