Gli 80 euro di Renzi bruciati dalle tasse

Roma Il “bonus fiscale” varato nel 2014 dal Governo Renzi è stato interamente “mangiato” (eufemisticamente «compensato») dall’aumento delle altre imposte. Lo sostiene un’indagine della Cisl, secondo la quale gli 80 euro in busta paga (che si sommano alle misure decide dal precedente Governo Letta) «hanno determinato una redistribuzione a favore delle famiglie dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito».
Soverchiati dalle imposte
Hanno beneficiato in qualche modo di questa misura ben 8,6 milioni di famiglie italiane, un terzo del totale, per un importo medio di 683 euro. «In un orizzonte di medio termine – sostiene la Cisl – il bonus e gli aumenti di detrazioni per familiari e per lavoro dipendente (oltre alle agevolazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico) intervenuti dal 2010 sono stati, nel complesso delle famiglie, più che compensati dall’aumento di Iva, accise e addizionali Irpef. Solo le famiglie dei lavoratori dipendenti conservano, in media, un piccolo beneficio». Intanto la stessa ricerca della Cisl segnala che, per la prima volta dal 2008/2009, l’Irpef nel 2013 è risultata meno pesante per lavoratori dipendenti e pensionati. La riduzione dell’imposta mediamente pagata dai lavoratori dipendenti e pensionati – secondo la banca dati Caf Cisl – è stata del -2,01%, pari a circa 77 euro.
Pressione in crescita
Per l’intera collettività – sostiene lo studio – continua però a crescere la pressione fiscale per l’aumento delle imposte locali (regionali e comunali); mentre le imposte erariali restano costanti e tendono ad un cambio di composizione: dal reddito verso i consumi (l’incidenza dell’Irpef passa dal 20,35% al 19,3%, quella di Iva e accise dal 9% del 2010 al 10,1% del 2014). Di conseguenza la pressione fiscale sulle famiglie aumenta passando dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014 e redditi e consumi non risalgono.
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