smog
2:08 pm, 24 Ottobre 14 calendario

Lo smog cambia il nostro Dna

Di: Redazione Metronews
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Le sue ricerche sono sempre sperimentali. Fin da quando – era il 2003 – armata di uno speciale microscopio a scansione elettronica aprì il vaso di Pandora dell’uranio impoverito, scoprendo che nei tessuti dei soldati ammalati c’erano nanoparticelle di metalli pesanti. Dopo undici anni, la sua attenzione è rivolta alle nostre città. «Sono delle bombe che esplodono nel nostro corpo», dice Antonietta Gatti, scienziata modenese.
In che modo le città sono pericolose?
Le faccio un esempio, che vale come esperimento: qualche giorno fa sono venuta a Roma con uno speciale macchinario contenente un filtro per l’aria. Ho preso il treno da Modena, la metropolitana a Roma, poi ho passeggiato in centro. Sa cosa c’è ne filtro?
Quasi quasi fa paura saperlo…
Infatti. Ci sono polveri di metalli pesanti, anche di dimensione nanometriche, sostanze cancerogene in mix micidiali. Anche polveri di acciaio.
È lo smog cittadino. Ma mica possiamo non respirare?
È una bella domanda. Nel nostro piccolo, indosserei la maschera con il filtro nelle zone più inquinate, a maggiore intensità di traffico. Ma i nostri amministratori devono capire che è fondamentale operare scelte differenti. Auto elettriche, più trasporto pubblico. Ma io sono una scienziata non un politico.
Che differenza c’è tra queste sostanze e quelle trovate nel corpo dei soldati?
Sono particelle completamente differenti nella composizione e nella dimensione.
Roma o un’altra città fa differenza?
C’è uno smog tipico delle grandi città, e poi ci sono le situazioni limite. Laddove ci sono inquinamenti particolari come rafifnerie, acciaierie, nei tessuti bioptici degli ammalati troviamo le stesse nanoparticelle presenti nella fonte inquinante. È matematica, non medicina.
Quali sono le malattie da città?
Dipende dalle città: le polveri da smog sono cancerogene, fanno male al sistema cardiocircolatorio. Si insinuano nella catena del Dna, come numerose ricerche europee stanno dimostrando. E procurano danni alla fertilità. In città come Taranto abbiamo trovato casi di endometriosi tra le donne superiori alla media. Bisogna fare prevenzione, subito.
In Europa
È in dirittura di arrivo un super dossier – che Metro ha potuto visionare – che documenta nei dettagli i danni cromosomici in persone che vivono nelle città. Danni che si tramandano di padre in figlio, come dimostra uno dei tanti studi citati, quello realizzato a Oxford in collaborazione con il Center for Children’s Enviromental Health della Columbia a New York.
Se una mamma in gravidanza respira aria troppo inquinata, si rischiano danni al Dna del feto. Quindi lo smog rende il bebè più soggetto a malattie, tra cui il cancro. I neonati sono stati esposti a idrocarburi aromatici policiclici, sprigionati nella combustione. L’esposizione a particolari inquinanti può causare anomalie nei cromosomi. Dall’analisi del cordone ombelicale è emerso che nei figli delle donne più esposte all’inquinamento, c’erano 7,2 cromosomi danneggiati ogni 1.000 globuli bianchi; rispetto ai 4,7 nei bimbi che avevano “respirato” meno polveri sottili nel pancione.
Uranio impoverito
Un capitolo è dedicato all’uranio impoverito, munizioni utilizzate dalla prima guerra in Iraq in poi. Anche numerosi soldati italiani (più di 300) sono rimasti vittime della “Sindrome dei Balcani”. Ebbene lo studio dimostra che l’esposizione a esplosione di proiettili ad uranio impoverito comporta danni cromosomici e al Dna. Chi respira le polveri durante l’esplosione, ma anche subito dopo – situazione che si verifica anche durante le esercitazioni militari – è soggetto a mutazioni genetiche.

24 Ottobre 2014
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