6:05 am, 18 Settembre 14 calendario

In Iraq e Siria servono i soldati

Di: Redazione Metronews
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«Gli attacchi aerei non saranno sufficienti a fermare lo Stato Islamico», dice a Metro il professor Joseph K. Young dell’American University di Washington.
C’è un modo di impedire all’ISIS di continuare a decapitare gli occidentali?
Smettendo di dargli così tanta pubblicità. Le decapitazioni sono pensate per creare choc e provocare una risposta emotiva. Sono orribili e terrificanti, ma devono essere ininfluenti per quanto riguarda la risposta che l’America e l’Europa devono dare allo Stato Islamico.
Quali sono le sfide maggiori nella lotta all’ISIS?
Prosciugare le basi di supporto. Possiamo bombardarli, ma se non affrontiamo i veri motivi del sostegno o almeno dell’acquiescenza sunnita al loro governo, continueranno a riemergere come è accaduto dopo il cosiddetto “risveglio sunnita” in Iraq.
È necessario mandare un grande esercito per controllare il territorio dell’ISIS?
Probabilmente sì. L’ISIS, a differenza degli altri gruppi jihadisti, vuole controllare il territorio e governarlo. Per sfidarli, il controllo territoriale è necessario e a tal fine disporre di un grande esercito è fondamentale. Ma c’è poco sostegno occidentale a questa ipotesi. Per rendere politicamente accettabile questa via, l’America e i suoi alleati stanno provando a supportare i curdi, l’esercito iracheno ed altri volontari per essere i loro “stivali sul campo”, cioè per farli essere presenti fisicamente sul terreno.
Il recente summit internazionale di Parigi contro l’ISIS darà dei risultati?
Non è chiaro. Coordinare le risposte che si è deciso di dare sarà una sfida dato che ogni Stato è motivato a passare la patata bollente agli Stati Uniti. Data la dimensione del problema per l’Europa rispetto agli Stati Uniti , gli Stati europei dovrebbero voler collaborare . Ma è difficile dirlo prima.
 
(Dmitry Belyaev, Metro World News)

18 Settembre 2014
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