Palestinese ucciso Tre confessioni

israele. Potrebbe essere giunta a una svolta, grazie a tre confessioni, l’inchiesta sul brutale assassinio di Mohammed Abu Khder: il 16enne palestinese rapito e arso vivo a Gerusalemme mercoledì scorso, probabilmente vittima sacrificale di una vendetta da parte di ultra-nazionalisti ebrei in seguito al ritrovamento presso Hebron, due giorni prima, dei cadaveri dei tre giovani coloni scomparsi all’improvviso in Cisgiordania il 12 giugno. Nel telefonare in mattinata al padre del  ragazzo, Hussein Abu Khder, ieri il primo ministro Netanyahu ha rivendicato come il suo Paese abbia «agito immediatamente per catturare gli assassini» che, ha sottolineato, saranno «condotti a processo, e giudicati con il massimo rigore previsto dalla legge». Lo Stato ebraico ha fretta di chiudere una vicenda che si è rivelata quanto mai imbarazzante, e che appare foriera di ulteriori conseguenze: non solo nel braccio di ferro con i palestinesi, ma anche sul piano degli equilibri politici interni, messi inoltre a dura prova dalla tempesta di razzi che continuano nel frattempo ad arrivare sul territorio d’Israele dalla Striscia di Gaza.  
 
(Metro)