6:05 am, 1 Luglio 14 calendario

Le donne pioniere in Italia nella riqualificazione edilizia

Di: Redazione Metronews
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Roma. Dalla riqualificazione edilizia  alle aziende che realizzano prodotti innovativi ed ecocompatibili,  dalla bioarchitettura alle fonti rinnovabili, dalla ricerca alla moda  etica. La green economy italiana è anche rosa e sono tante le donne  che proprio nell’economia verde occupano posizioni apicali e  manageriali. Secondo i dati della Fondazione Symbola e Unioncamere, analizzando ad esempio il comparto delle riqualificazioni, sola voce  in attivo nell’edilizia, le donne hanno un ruolo da apripista: tra le  start-up (nuove imprese iscritte nel primo semestre 2013) nelle  costruzioni e nell’immobiliare  a guida femminile è green il 37,4%, tra quelle maschili il 28,2%.Ma gli esempi di green economy in rosa sono davvero tanti e  abbracciano i campi più diversi, tutti improntati all’innovazione e  alla sostenibilità. Diana Bracco con il Gruppo di cui è alla guida ha  moltiplicato l’impegnato nello sviluppo di innovazioni di processo per minimizzare o sostituire l’uso di alcune molecole pericolose, per  migliorare le performance relativamente ai consumi di energia e  materie prime, alle emissioni in atmosfera, ai rifiuti; Catia Bastioli alla guida di Novamont, azienda protagonista dell’avventura italiana  delle bioplastiche e della riconversione di alcuni vecchi impianti  chimici, come quelli di Porto Torres.    Daniela Ducato è l’imprenditrice che con Edilana ha lanciato  l’utilizzo della lana sarda per sviluppare pannelli per l’isolamento termico e la fono assorbenza; Silvia Dalla Valle con Stone italiana  realizza pavimenti di lusso a partire da scarti di altre produzioni;  Lucia Corti ed Elena Rigano attraverso il Laboratorio di Architettura  Ecologica si sono specializzate nella riqualificazione energetica di  edifici storici (aggiudicandosi il Premio CasaClima Award); Barbara  Ceschi con Equilibrium, che produce il Natural beton, biocomposto  frutto della combinazione di truciolato di canapa con un legante a  base di calce idrata e additivi naturali.
Non solo caseLa green economy al femminile  rivoluziona anche il settore tessile. Moda rinnovata ed eco-compatibile nel caso   di  Claudia Lubrano che con Ecogeco (tessuto Genova ecologico) realizza un denim da cotone biologico, con tintura a basso impatto ambientale a  base di indaco naturale. O Anna Grindi e il suo Suberis, “tessuto non  tessuto” al 100% naturale, antibatterico e antiallergico, ricavato da  un mix di sughero e cotone, seta e canapa.
 
(Metro)
 
 

1 Luglio 2014
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