12:03 am, 30 Giugno 14 calendario

Il mio Paradiso Metro Story di Claudio Proietti

Di: Redazione Metronews
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Può capitare che, ad un certo punto della vita, sali sul metrò e davanti a te compaia un grande schermo cinematografico. Può capitare quando sei stufo di vederti attorno musi lunghi, lamentele, zombie concentrati a fissare un cellulare. Su questo grande schermo cominciano a scorrere tutte le immagine della tua esistenza. Una musica familiare e coinvolgente le accompagna dolcemente. Può capitare che, in quel momento di rarissima bellezza, purezza e verità la tua storia non ti appaia più come qualcosa che ti sfugge dalle mani e che non puoi controllare. Vedi i fotogrammi del passato ma ti soffermi, soprattutto, su quelli presenti. Puoi cercare di cambiarli, se sai che non ti rendono felice.Se le persone accanto a te si voltassero e guardassero quello schermo vedrebbero, anche loro, il proprio personale film. Il proprio Cinema Paradiso.La smetterebbero di lagnarsi e addolcirebbero le loro espressioni. Non fisserebbero più un telefono, nel quale credono di vivere e si abbandonerebbero ad uno schermo più grande. Incredibilmente più grande. Quello in cui vivono realmente. Lì ci sono tutti i volti che ci hanno accompagnato, le braccia che ci hanno accolto e quelle che ci hanno allontanato. Ci sono tutti gli occhi che non siamo riusciti ad amare. I posti in cui non siamo voluti entrare. Le decisioni che non abbiamo avuto il coraggio di prendere. Non so, francamente, se quello schermo può aiutarmi ad essere più felice però, scendendo, mi arriva dritta al cuore la frase che Alfredo dice a Salvatore nell’amato film di Giuseppe Tornatore: “Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu!”
A lunedì! (scrivete a claudioproietti8@gmail.com)
Illustrazione di Martina Rossi/Scuola Romana dei Fumetti

30 Giugno 2014
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