7:52 am, 18 Giugno 14 calendario

Troppe autostrade e tutte in passivo

Di: Redazione Metronews
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Roma. Continuare ad investire nelle autostrade in Italia è una “strada senza uscita” per il Paese: non sono sostenibili per l’economia del Paese investimenti per 50 miliardi circa in nuove autostrade (tra le quali la Pedemontana lombarda, quella veneta, la Bre.Be.Mi., la TEEM, la Orte-Mestre, il Corridoio tirrenico, la Termoli S. Vittore) senza alcun rischio, di fatto, per i privati e prevedere complessivamente 178,5 miliardi di euro destinati a opere stradali che costituiscono il 48% dei costi per infrastrutture strategiche (per complessivi 375,3 miliardi di euro). Se ne è parlato ieri mattina in un convegno organizzato dal Wwf e da Legambiente insieme: «Non si può continuare a incentivare l’uso dell’auto, contribuendo a realizzare infrastrutture energivore e anche non pianificate organicamente. Il Governo cambi politica dei trasporti e delle infrastrutture», è l’appello degli ambientalisti. «Serve – ha detto Stefano Lenzi del Wwf – una radicale revisione del Codice Appalti, che fanno riferimento a un elenco di opere incentrato sulla strada e che consentono la deregulation rispetto ai controlli e alla trasparenza delle procedure, favorendo i fenomeni di corruzione che stanno venendo alla luce in questi giorni, dall’Expo al MoSE».D’altro canto il project financing all’italiana, almeno nel settore autostradale, è morto. Lo dicono i numeri: nel periodo 2001-2011 solo 45 progetti sopra i 10 milioni di euro, su 3.600 messi a bando, hanno chiuso i contratti di finanziamento. Poco più dell’1,25%. Come hanno denunciato le associazioni ambientaliste fin dal 2012: «qualcuno deve spiegare perché garantire una rendita ai privati per opere non redditizie, incrementando così il debito pubblico, per assicurare un profitto che il mercato non determina – chiede Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – è un’operazione in perdita per i conti pubblici, per l’ambiente e per la società italiana.
Da non imitare
Le associazioni hanno presentato un “case history”, la nuova autostrada Orte-Mestre, progetto non ancora approvato dal Cipe sostenuto fortemente dal Ministro delle infrastrutture e trasporti Lupi, un nastro di asfalto di oltre 400 km (per lo più in adeguamento della E45), per oltre 10 miliardi di euro di costo, che interessa 6 regioni (Lazio, Toscana, Marche Umbria, Emilia Romagna e Veneto), per 133 km totalmente in variante tra Ravenna a Mestre che ha un grave impatto con aree tutelate di grande importanza naturalistica (sono 18 i siti della rete Natura 2000 interessati) e di importanza paesaggistica nel tratto in variante – come il Delta del Po, le valli di Comacchio e la Laguna di Venezia -, ma anche nel resto del tracciato. Un progetto, presentato in project financing dalla Gefip che ha dati di traffico oscillanti tra 1/10 e 1/3 di quanto sarebbe utile per ripagare un’autostrada e che costituirebbe un doppione della A1 e della A14-A13, non risolvendo i problemi della SS 309. 
(Stefania Divertito)

18 Giugno 2014
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