12:01 am, 16 Giugno 14 calendario

ALLA MATURIT 2015 CON 4 ANNI DI LICEO

Di: Redazione Metronews
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Milano. Il prossimo anno scolastico sarà “storico”: porterà alla maturità nel 2015 i primi studenti del liceo quadriennale. Sono i 15  allievi dell’attuale terza al Liceo Internazionale per l’Intercultura del Collegio San Carlo di Milano. La parificata di corso Magenta è uno degli istituti autorizzati fino ad ora a sperimentare i quadriennali. Gli altri sono l’”Olga Fiorini” di Busto Arsizio e il  “Guido Carli” di Brescia. Per il prossimo anno saranno attivati quadriennali presso gli istituti statali “Majorana” di Brindisi, “Anti” di Verona, “Tosi” di Busto Arsizio, “Orazio” di Bari, “Garibaldi” di Napoli e “Telesi@” di Telese Terme. E inoltre presso i paritari “Esedra” di Lucca e “Visconti” di Roma”.
Al San Carlo di Milano “sovrintendente” è Giuseppe Colosio, ex “provveditore” lombardo che, dopo la pensione, ha fatto un inusuale balzo nel privato. Tentiamo un primo consuntivo con lui anche perché, come lui stesso racconta, il quadriennale nasce da un suo progetto: «Lo proposi nel 2011 al ministro Gelmini, che dopo una iniziale resistenza lo approvò». L’idea è quella «di costituire un blocco di 3+4», un compatto blocco di studi che resusciti l’idea delle tre ginnasiali, le attuali medie inferiori, aggiungendovi soli 4 anni di superiori. Un progetto che ha il consenso del ministro Giannini. Non è una sperimentazione: «E’ una innovazione».
“Perfettamente bilingui”A parte i 15 studenti della terza, ce ne sono 34 in seconda e 42 in prima. L’anno prossimo, si creeranno tre nuove prime con 70 iscritti (retta da 8 mila euro). Numero chiuso con selezione: è necessario, dice Colosio, garantire una omogenea preparazione di base per far sì che, in 4 anni, si possano svolgere bene i “programmi” previsti in 5 anni. La terza  «è di livello eccezionale, perfettamente bilingue: da noi il 50% della didattica è in lingua. L’inglese è la koinè di oggi».
Il quadriennale è su sei aree di studio (tra cui una giuridico-economica) e due bienni. Il primo «ha una impostazione tradizionale e ginnasiale» («fanno il greco solo coloro che fin dall’inizio scelgono il percorso del classico», spiega Colosio). Il secondo dà quattro sbocchi: classico; scientifico; economico-sociale; linguistico. Lo studente può in qualche modo organizzarsi su misura gli studi. Spiega Colosio: «Vogliamo mantenere il meglio della grande tradizione liceale italiana aggiungendovi una caratura internazionale. Non c’è un lavoro “sulla classe”, una delle caratteristiche del liceo tradizionale, dove la classe, fatalmente, costringe l’insegnante ad adeguarsi all’alunno più lento.  Qui l’organizzazione è centrata sul tempo individuale di ognuno ». Le classi ci sono, nel primo biennio, ma nel 2° lasciano strada «ai gruppi di interesse, da 5 a 20 alunni, secondo una geometria variabile. Qui ogni alunno “sceglie” la sua antologia personale. Ai miei tempi», continua Colosio, «il problema era far coincidere ciò  che avevamo nella testa con ciò che veniva spiegato. Oggi il sapere è liquido. La sua legittimazione va spostata dalle enciclopedie alle singole teste».
Tradizione e occupazioneLe obiezioni? 1) non c’è ragione di accorciare il liceo, gloriosa istituzione che, da Gentile in poi, si articola su 5 anni; 2) l’introduzione del quadriennale sarebbe strumentale, volta cioè a far fuori un bel po’ di insegnanti. Circa la prima obiezione, Colosio asserisce che «la formula a 4 anni si adegua agli standard internazionali. L’indicazione è europea: concludere il percorso secondario a 18 anni, quando si diventa maggiorenni». Scopo, accorciare i tempi e diminuire il rischio di “parcheggi” anche in prospettiva universitaria: «Già oggi l’India sforna ingegneri a 21-22 anni, perfettamente bilingui…la nostra disoccupazione ha anche un’origine di questo tipo».
Quanto all’aspetto occupazionale, Colosio respinge le «logiche puramente quantitative» che affliggono la scuola italiana, quelle che hanno aumentato da 4 a 5 gli anni delle “magistrali” e dell’artistico e portato «ad orari settimanali di 44 ore, una follia e un tradimento dell’idea stessa di liceo ». E comunque «nella nostra esperienza c’è bisogno di più docenti, non di meno docenti: se si moltiplicano i gruppi di interesse si moltiplicano i docenti».
Il lavoro sul campoPer il resto, garantiscono al San Carlo, tanto lavoro “sul campo”. Nelle traduzione, perché gli autori greci e latini si possono conoscere solo così; e non solo. Tra gli insegnanti di italiano c’è padre Gianni Festa, domenicano, priore dell’adiacente Santa Maria alle Grazie: «Insegno ai miei allievi a scrivere, ad esprimersi correttamente anche in orale. Insisto molto sulle poesie a memoria. E Dante lo faccio leggere su testo muto, senza note. Un’interrogazione può vertere su nove canti. Un esame di livello universitario».
DANIELE BANFI: “INTERROGAZIONI PROGRAMMATE”L’organizzazione dello studio settimanale, al San Carlo, è pure particolare. Daniele Banfi, coordinatore del Liceo Internazionale, dice che «le lezioni sono pure. Il momento della valutazione è a parte, programmato. Questo permette di gestire il percorso didattico in modo più celere. Cosa succede nelle scuole “normali”? L’alunno viene interrogato in italiano, due ore dopo viene interrogato in storia; dopodiché per due mesi dorme, in attesa che riprenda il giro. La continuità di studio da questo punto di vista è una chimera». Al San Carlo, continua Banfi, «abbiamo eliminato gli elementi di valutazione dalle lezioni, ma ogni settimana c’è un compito in classe, programmato, e interrogazioni attraverso il test scritto (stile esame di Stato). Una valutazione è in chiaro, ogni settimana, perché il compito in classe si sa su cosa è; le interrogazioni invece non si sa in anticipo su quali materie vertano. Cinque valutazioni ogni settimana. Il vantaggio è che per studiare hanno il weekend e i primi giorni della settimana fino a giovedì. Il percorso così è decisamente più sfidante e impegnativo». Anche sull’accorciamento a 4 anni del liceo Banfi vuole esprimere il suo punto di vista, dopo aver fatto notare ironicamente che «noi ci perdiamo un anno di retta»: «Quanto spesso accade che un insegnante, in prima liceo classico, si ritrovi ragazzi impreparati? E che debba riprendere il programma del ginnasio? Questi 4 anni funzionano se i precedenti tre sono fatti bene. Il 50% degli allievi viene dalle nostre medie inferiori, dove abbiamo recuperato il latino».
LA MATURITA’ DEGLI ALTRI: “OLGA FIORINI” E “GUIDO CARLI”• Nel 2016 arriverà a maturità anche la prima classe del Liceo Internazionale per l’Impresa del “Guido Carli” di Brescia, «si tratta di un progetto gemello del San Carlo1, dice la preside Barbara Ongaro
• Nel 2017 arriverà a maturità una classe del Liceo Internazionale per l’Innovazione all’Olga Fiorini di Busto Arsizio. Come spiega il coordinatore Luigi Iannotta, ha nove allievi è si è formata l’anno scorso.
(Metro)

16 Giugno 2014
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