Trenord
6:03 am, 11 Giugno 14 calendario

A Trenord è guerra di cifre sui mancati guadagni

Di: Redazione Metronews
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MOBILITA’ Un milione di posti a sedere in meno. Sono quelli che Trenord avrebbe tagliato o meglio soppresso solo nei primi quattro mesi dell’anno. La cifra immane è formata da tutti quei convogli e carrozze mai partiti o comunque mai arrivati a destinazione (circa 54 al giorno causa guasti o scioperi). Tradotto in soldoni, fanno 12,85 milioni di Euro di mancati guadagni.
A sostenerlo il mensile di settore di area Cisl “Osservato ferroviario” che ha anche calcolato i mancati guadagni per tutto il 2013: 49 milioni. Cifre e numeri che cozzano con le percentuali delle soppressioni fornite da Trenord, utilizzate poi da Regione Lombardia per stabilire le penali che l’Azienda deve versare per i mancati servizi: 3,5 milioni per il 2013. Per ll’Azienda di trasporto, che ha già annunciato querela contro il mensile, queste cifre sarebbero destituite di qualsiasi fondamento.
Secondo i dati di Trenord infatti a fronte di 2300 convogli giornalieri, la media delle soppressioni nel primo trimestre 2014 si è attestata a 17,5 treni al giorno. Un trend positivo visto che nel 2012 la media era stata di 19 treni. 
A confermare la tesi dell'”Osservatore” ci sarebbero però i dati registrati da Legambiente secondo cui solo nell’aprile scorso sono stati soppressi o bloccati il 4% dei convogli. Anche sui dati del 2012 l’associazione ha qualcosa da ridire. Secondo il suo Responsabile trasporti Dario Balotta  solo a dicembre 2012: «Quando il sistema di trasporto collassò a causa del software sbagliato, i convogli soppressi totalmente furono 270, quelli soppressi parzialmente 110 e 40 quelli che richiesero soccorso senza arrivare a destinazione». «A noi addirittura risultano un centinaio di soppressioni al giorno nei primi mesi del 2014 sebbene Trenord abbia sempre negato», continua Balotta, «Queste cifre sono la dimostrazione che l’Azienda arranca. Il problema è il ruolo della Regione Lombardia che da una parte compra un servizio, dall’altra è azionista della società che lo svolge (Trenord è al 50% della Regione, ndr) e, infine, èe anche quella che vigila sui risultati della “propria società”. Un enorme conflitto di interessi. «Il problema con Trenord è che non c’è trasparenza», rincara la dose Simone Verni, rappresentante degli utenti alla Conferenza regionale del Tpl e membro del Coordinamento pendolari pavesi, «Sono anni che chiediamo un incontro a Trenord per discutere di manutenzione, soppressioni e cronoprogramma dell’arrivo dei nuovi treni, ma non ci ha mai risposto». 
ANDREA SPARACIARI
RIASSUNTI I MANAGER CACCIATI PER LO SCANDALO DEGLI STRAORDINARI
Li avevano licenziati perché ritenuti responsabili dello scandalo degli straordinari gonfiati dei macchinisti di Trenord che dai 2 mila euro mensili arrivavano a guadagnarne anche 8 mila senza muoversi da casa, promettendo contro i 5 manager di Trenord «il pugno di ferro».  Un’azione concreta per abbattere quei 15 milioni di euro di straordinari registrati nel 2013. Peccato che due di loro siano già rientrati in Azienda grazie ad un accordo extragiudiziale. Da lunedì.
“Spostati al settore formazione con una decurtazione dello stipendio”, fa sapere Trenord. Gli altri tre invece non hanno voluto accordarsi e aspettano l’udienza del giudice. Se vinceranno per la riforma Fornero potrebbero non essere riassorbiti, ma riceveranno una ricca buonauscita
ANDREA SPARACIARI

11 Giugno 2014
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