Per fortuna non vinsi Sanremo La confessione di Renzo Rubino

È uno dei nuovi migliori cantautori italiani. Renzo Rubino sarà giovedì al Blue Note (ore 21, euro 25/30) con l’album “Secondo Rubino”.
All’ultimo Sanremo è arrivato terzo con “Ora”…
E va benissimo così. A un certo punto ho avuto paura di vincere. Se fossi arrivato primo, non avrei saputo gestire tutta quella responsabilità. La mia è una vita normale, non ho nemmeno l’auto. E il ruolo dell’eterno secondo non mi dispiace.
La copertina del cd la ritrae diviso in due. Che significa?
Rappresenta la mia schizofrenia artistica, i due lati del mio essere. Uno più scatenato e fuori di testa, l’altro più riflessivo e romantico. 
Cos’è la musica per lei?
Una compagna di vita molto esigente, che pretende assoluta dedizione. Anche a costo di sacrificare fidanzate e amici.
Mai fatto pazzie per la musica?
Eccome. Mio papà organizzava eventi, ma non voleva che io partecipassi. Così una volta per esibirmi mi sono messo parrucca e occhiali, fingendomi un pianista inglese. Poi ho suonato in un night, fra uno strip-tease e l’altro. Mi davano 120 euro a settimana, finivo alle cinque del mattino.
Giovedì, invece, suonerà al Blue Note…
E sarà un bello spettacolo. Mi piace metterci un po’ di teatralità, perché la musica va anche vista, non solo ascoltata. Ricordo ancora la sera che, da ragazzino, vidi un concerto di Lucio Dalla a Martina Franca. Un vero animale da palcoscenico. Pensai: questa cosa mi piace!
Di cosa parla il nuovo singolo “Sottovuoto”?
Dell’amore di coppia. Bisogna viverlo con un sorriso, senza combattere per forza.
Nel cd c’è un brano particolare, “Non mi sopporto”.
Parla delle manie di tutti noi. Io ho quella per i cactus: la mia casa si sta trasformando in una serra. Ma non sopporto la volgarità. Chi suona il clacson, chi mastica la gomma in un certo modo, chi ostenta labbra nuove e gonfie. E chi applaude quando l’aereo atterra.
Diego Perugini